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3 SEMPLICI REGOLE PER RIDURRE LO STRESS DIGITALE

Il traffico internet in Italia è cresciuto del 40% dal lockdown e l’utilizzo della tecnologia e dei social ha raggiunto picchi mai visti prima.
 
Se da un lato è aumentato l’accesso a nuove informazioni e la possibilità di mantenere relazioni in un momento di reclusione forzata dal coronavirus, dall’altro questa iperconnessione può generare quello che viene definito stress digitale.
 
Ecco tre semplici regole per utilizzare la tecnologia senza stress:
 

1. STOP ALLE NOTIFICHE

Disattiva tutte le notifiche (Whatsapp, Facebook, email…), perché è quasi impossibile sentire quel “bip” e non assecondare quel desiderio irrefrenabile di controllare chi ti ha scritto. Piuttosto, sedici tu quando controllare e non lasciarti controllare.
 

2. LIMITA IL CONTROLLO DELLE EMAIL

Spesso accediamo alla posta elettronico in automatico, più volte al giorno senza nemmeno accorgercene quasi fosse un riflesso condizionato. Imponiti un limite di tre check al giorno. Per riuscirci, disattiva le notifiche che ti mostrano al mattino o nel corso della giornata il messaggio di posta in arrivo.
 

3. CONCEDITI MOMENTI TECH-FREE

La National Sleep Foundation consiglia di spegnere lo smartphone almeno un’ora prima di andare al letto, per permettere a corpo e mente di entrare in uno stato di effettivo riposo. Naturalmente, cancella qualsiasi giochino dallo smartphone, sono micidiali. Durante la giornata crea dei momenti tech-free, spegnendo il cellulare e simili così da ricaricarti.
 
Queste sono tre sane abitudini che ti consiglio di adottare sempre, anche post coronavirus, perché aumentano la qualità delle tue relazioni e della tua vita, per non parlare della maggiore focalizzazione nel raggiungere i tuo obiettivi.
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IL PRINCIPALE PERICOLO PER L’IMPRENDITORE D’OGGI

Siamo in continua evoluzione e, sia che ne siamo consapevoli o meno, la nostra esistenza imprenditoriale dipenderà sempre più dalla nostra prontezza nell’affrontare il cambiamento.

Blockbuster e Nokia sono solo due esempi di aziende colosso che si sono schiantati per non aver saputo gestire il cambiamento. Se ne sono accorti quando era troppo tardi. Lo stesso può succedere al tuo business se non sei mentalmente pronto al cambiamento.

Ecco 5 azioni per allenarsi ad esser pronti:

1. NON MOLLARE LA FORMAZIONE

L’imprenditore è un uomo d’azione, ma questa azione diventa efficace se guidata dalla giusta conoscenza. Continuare a studiare mantiene elastica la mente, la predispone a nuovi punti di osservazione e di soluzioni.

2. AVERE UN GRUPPO DI PARI

“Vola con le aquile, non con le papere” questa frase di Brian Tracy mette l’accento sull’importanza di unirci, allearci, condividere esperienze, timori, intuizioni, idee, con altri imprenditori che abbiano interessi comuni.

3. ASCOLTARE IL TEAM

Parlare singolarmente con i collaboratori e tenere riunioni di gruppo periodiche in cui stimolare il confronto di idee, è un ottimo modo per creare e mantenere un rapporto di fiducia e cooperazione. Premiare le idee che hanno creato maggior valore, crea una cultura dove il miglioramento viene incoraggiato.

4. ALLENARE LA MENTE AL CAMBIAMENTO

Cambia alcune tue abitudini anche solo per un giorno: cambia il tuo posto a tavola, svegliati prima o dopo il solito orario, metti l’orologio al polso opposto. Insomma, allena la tua mente ad essere più elastica al cambiamento usando il trucco dei piccoli passi.

5. ENTRARE VELOCEMENTE IN AZIONE

Hai una buona idea? Falla subito! Allena la tua mente ad agire velocemente. Parti da piccole cose, semplici idee facili da mettere in campo senza grandi rischi. Poi alza il tiro, così da abituarti al coraggio di attuare. Questa attitudine sarà utilissima in fase di cambiamento dove dovrai mettere in campo nuove idee correndo dei rischi.

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SEI IL SISTEMA O POSSIEDI IL SISTEMA?

Passi le tue giornate lavorative a risolvere problemi lavorando spesso al posto dei tuoi collaboratori?

Il tuo tempo è solo: lavoro, lavoro, lavoro?

Se non ci sei tu, la tua attività si ferma?

Già, probabilmente non sei tu a possedere la tua azienda ma è lei che possiede te!

In queste situazioni si creano ulteriori problemi come difficoltà di relazione con soci o collaboratori, dove ti sembra di essere l’unico a caricarti delle responsabilità di portare avanti le cose. Oppure, mancanza di tempo per le cose importanti come il controllo sui numeri o la tua famiglia. O ancora, vorresti cambiare qualcosa, hai frequentato corsi di  formazione, hai investito in marketing, ma le cose non cambiano.

Il problema principale è che “SEI” il sistema e non possiedi il sistema!

Detto in modo più semplice, vuoi essere il direttore d’orchestra ma ti ritrovi a suonare la tromba, le percussioni e il pianoforte. Sei un pezzo del puzzle e non chi mette insieme i pezzi del puzzle (ruoli/persone) avendo un metodo (sistema) e una chiara idea dell’immagine da comporre (meta ed obiettivi). Sei diventato il miglior collaboratore della tua azienda e, questa, è una sfiga immensa perché l’azienda ha perso la sua guida.

Questo momento è un ottimo momento: hai tempo per rivedere il tuo modello di business e comprendere come uscire dal sistema per poterlo, invece, governare con successo.

Prendi carta e penna, quindi:

  1. Disegna un semplice organigramma della tua attività partendo dalle aree chiave.
  2. Verifica dove sei “maestro d’orchestra” e dove “suonatore”. Hai le persone giuste per creare un progetto di delega graduale?
  3. Come il sistema potrebbe funzionare efficacemente anche senza di te?
  4. Che emozioni provi nel non essere più tu il sistema? Occhio che qui è dove si annida il sabotaggio invisibile più grande.
  5. Quali vantaggi avresti dal possedere il sistema piuttosto che essere il sistema? Quali svantaggi avresti nel rimanere come ora?

Sappi che per questo particolare momento, abbiamo predisposto una consulenza gratuita proprio su questo tipo di lavoro. 

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CRISI CORONAVIRUS: HAI POCO TEMPO PER EVOLVERE O SOCCOMBERE!

Gli esperti hanno paragonato questo momento a quello delle più forti crisi storiche mondiali, eppure, nasconde un’opportunità davvero potente.
Online trovi mille consigli su come non rimetterci le penne e far sì che la tua attività possa restare in vita. Questo va benissimo come azione di difesa a breve, ma rischia di tenerti legato a doppia mandata in una pericolosa trappola mortale: spostare i tuoi pensieri sulla mera sopravvivenza.

Perché pensare solo alla sopravvivenza è una trappola mortale per il tuo business?

I pensieri guidano le azioni che poi generano i risultati: pensieri di sopravvivenza, creeranno risultati di sopravvivenza e questo è al quanto demotivante per un imprenditore.

La crisi coronavirus ha mostrato quanto poco controllo hai sul tuo business: arriva un “cigno nero” e game over o quasi.
 
Ma cosa posso fare io in questo momento?“. Ho ascoltato molte volte questa domanda accompagnata da un sottofondo emotivo di rassegnazione, proprio perché non si riesce a vedere l’opportunità nascosta. Vediamo, allora, cosa puoi fare per uscire rinforzato da questo periodo. 
Qualunque cosa tu faccia, la chiave del successo è creare valore per qualcun altro. Tutte le attività hanno lo stesso scopo: utilizzare le proprie competenze per risolvere i problemi degli altri e rendere il mondo un posto migliore.
 
Sfrutta questo momento di pausa forzata per comprendere come continuare a creare valore creando nuovi processi o nuove competenze che devi apprendere al volo. Devi essere veloce, perché altri si stanno già muovendo e la regola “pesce grande mangia pesce piccolo” è stata sostituita da “pesce veloce mangia pesce lento“.
 
Occorre integrare velocemente il tuo “ciclo di valore con i pezzi che mancavano già da prima e che questo momento ti sta mostrando con forza. Come trovarli?
 
Ecco 5 domande che possono guidarti in questa fase di evoluzione della tua attività:
 
  1. Di cosa hanno bisogno i tuoi clienti in questo particolare momento?
  2. Quali loro problemi puoi risolvere adesso continuando a creare valore?
  3. Attraverso quali nuove azioni/prodotti/servizi?
  4. Quali di queste può integrare il tuo ciclo di valore anche in futuro?

Questo è un passaggio importante, non parare i colpi a breve ma crea un’evoluzione per oggi e per domani. Così smetti di giocare in difesa (sopravvivenza) ed inizi a giocare in attacco (crescita).

5. Come attuare concretamente quanto sopra (chi fa cosa quando)?

 
Da questi momenti, per quanto difficili e duri, sono sempre nate evoluzioni di mercato o di business. Puoi lasciarti schiacciare dalla pressione di questa crisi o sfruttarla per far nascere il tuo futuro diamante. A te la scelta!
 
Se hai bisogno di una mano, non esitare a scrivermi QUI e sarò felice di aiutare anche te.
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GUIDA PRATICA PER IMPRENDITORI IN TEMPI DI CRISI

Ogni momento di crisi, porta a galla i problemi mai risolti dall’imprenditore. La crisi è, infatti, come la bassa marea che mette in evidenza sulla battigia ciò che il mare alto nascondeva.

Quando l’azienda cavalca un’onda positiva, i problemi interni vengono coperti dal buon periodo di mercato. Ma quando arriva la crisi, allora tutto ciò che è rimasto irrisolto salta a galla e chiede il conto. Può trattarsi di un disaccordo tra soci; personale mal gestito o non adeguato rispetto le ambizioni di crescita dell’azienda; mancanza di conoscenza nel campo della leadership o del management; basso controllo finanziario; caos organizzativo o mancanza di una strategia chiara.

In questi momenti di incertezza è fondamentale fare un punto della situazione del proprio business per poi creare un piano di azione concreto, ma prima di comprendere i vari passaggi occorre chiarire cos’è il punto di svolta.

IL PUNTO DI SVOLTA

Il punto di svolta è un momento cruciale della crescita aziendale in cui avviare un rinnovamento (di idee, modi di gestire, strategie, ecc.) volto a mantenere la cresta dell’onda. Dall’immagine qui sotto puoi vedere come la maggior parte degli imprenditori (oltre il 99%) decida di cambiare quando tocca quasi il fondo del punto di crisi.

Punto di Svolta

La maggior parte delle azioni vincenti sono controintuitive: nel deserto sopravvivi coprendoti; il metabolismo accelera mangiando 5 volte al giorno; i cambiamenti vanno fatti nei momenti di crescita.

Esci dai luoghi comuni, abbandona le malsane abitudini, e torna ad essere l’imprenditore che eri quando come un pazzo visionario ti divertivi a creare ciò che non c’era. Abbraccia il cambiamento, diventane l’artefice.

Ora prendi un blocco ed una penna (ti serviranno per lavorare insieme a me in questa mini Lezione di Business) e rispondi alle seguenti domande:

  • In quale punto del grafico ti trovi oggi? (punto di svolta? di crisi? nel mezzo?)
  • Normalmente, tendi a cambiare per scelta o per necessità?
  • Quali benefici trai dal cambiamento?
  • Quali pericoli avverti nel cambiamento?
  • Cosa senti che dovresti cambiare?
  • Qual è quella cosa che se fatta oggi, farebbe fare un grande salto positivo al tuo business?

IL CICLO DEL BUSINESS

Ogni business, indipendentemente dal settore di riferimento, segue un ciclo operativo sequenziale ben definito. Analizzare la propria attività su ogni passaggio, è un esercizio molto potente che fa comprendere dove la ruota del tuo business è sgonfia.

Come in precedenza, un grafico ti faciliterà il compito. Prendi il tuo blocco e man mano che descrivo una fase del ciclo del business, dai un valore da 0 a 5 (0 nullo, 5 ottimo).

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Che tu abbia un’impresa di produzione, un negozio di abbigliamento, uno studio dentistico, e così via, come prima cosa dovrai occuparti che ci sia domanda per i tuoi prodotti e servizi.

Il marketing crea la domanda ed ha come risultato: clienti (potenziali e non) interessati ai tuoi prodotti e servizi.

Per dare un punteggio a quest’area, rispondi a queste domande:

  • Il tuo marketing sta generando richieste di informazioni sui tuoi prodotti?Sta facendo entrare persone nel tuo negozio? Sta portando iscrizioni per il tuo evento informativo?
  • Se la risposta è “SI”, lo sta facendo in quantità soddisfacente?

Ora sai se hai un marketing che funziona oppure no. In questa fase, limitati a dare un punteggio, avremo modo di lavorarci tra poco.

Immagina il ciclo del business come una catena di montaggio: ogni passaggio crea un semilavorato per la successiva fase, fino alla realizzazione del prodotto finito.

Quando il marketing funzione, avremo molti clienti e potenziali clienti interessati ai prodotti e servizi offerti per risolvere le loro esigenze. La palla ora passa all’area commerciale.

Il commerciale genera le vendite ed ha come risultato: clienti (e potenziali clienti) che acquistano i tuoi prodotti e servizi con ripetitività.

È chiaro che quest’area si espande se si usa un approccio etico alla vendita, dando al cliente ciò che realmente lo aiuta a risolvere le sue esigenze e sorprende positivamente le sue aspettative. Occorre imparare a vendere valore, che significa interessarsi al problema della persona passando da vendere a fare consulenza. Quando questo accade, non c’è bisogno di vendere perché sarà il cliente a voler acquistare.

Ora sei in grado di fare una valutazione dell’area commerciale della tua azienda e dare un voto da 0 a 5.

Se il marketing crea l’interesse del mercato, il commerciale finalizza questo interesse in vendite comprendendo e soddisfacendo le aspettative dei clienti.

La produzione mantiene la promessa fatta dal commerciale ed ha come risultato: clienti entusiasti del valore ricevuto dai tuoi prodotti e servizi.

In quest’area si materializza il desiderio del cliente, occorre non sottovalutare nulla: dalla preparazione del prodotto/servizio alla sua consegna/erogazione. L’attenzione deve essere massima anche nella scelta di partner esterni come ad esempio un corriere o un’azienda di trasporti. Il cliente deve fare una bellissima esperienza affinché il ricordo sia forte così come la voglia di rifare affari con te.

I tuoi clienti sono entusiasti? Com’è la loro esperienza con la tua azienda?

Dai una valutazione da 0 a 5 anche all’area produzione e passiamo alla fase successiva del ciclo del business.

L’esperienza del cliente deve continuare anche dopo l’acquisto attraverso diverse modalità: infoletter, video corsi per il miglior utilizzo del prodotto, eventi formativi di specializzazione, gruppo chiuso diviso per target in cui i clienti possono interagire con l’esperto di turno, e così via.

L’area customer satisfaction cura la soddisfazione dei clienti ed ha come risultato: clienti sempre informati ed ogni problema prontamente risolto.

La lamentela di un cliente è una grande occasione di crescita: ti consente di fidelizzarlo e di conoscere in cosa migliorare. Circa il 65% dei clienti ogni giorno cambia fornitore e non prodotto. Nella maggior parte dei casi, neppure si lamentano, cambiano e basta. Il fornitore non saprà mai cosa sta succedendo, vedrà il fatturato calare e penserà alla crisi economica. In realtà, la vera crisi è interna all’azienda.

Prendi il blocco, è il momento di valutare come coccoli i tuoi clienti:

  • Ricevi molti reclami?
  • Come li gestisci?
  • Informi e formi i tuoi clienti sul miglior utilizzo del tuo prodotto?
  • Chiedi periodicamente ai tuoi clienti cosa vorrebbero che migliorassi?

Ed ora vai di votazione da 0 a 5.

Siamo arrivati alla chiusura del ciclo del business, che ne segna anche il riavvio. Parliamo adesso dell’area amministrazione e finanza.

L’area amministrazione e finanza pensa prima di tutto all’incasso ed ha come risultato: tutto il credito incassato e reso disponibile.

Chiaramente si occupa anche della gestione dei costi, dell’andamento dei principali indicatori finanziari, degli scadenzari attivi e passivi, degli adempimenti fiscali, ma la liquidità è vitale per la sopravvivenza del tuo business.

Il fatturato indica la direzione del tuo business (espansione o contrazione?); l’utile mostra la qualità di gestione dell’attività (utile o perdita?); la liquidità è l’indice di sopravvivenza dell’azienda (senza denaro chiudi i battenti), infatti il 90% delle aziende che chiudono lo fanno per problemi di denaro.

PIANO OPERATIVO

A questo punto, hai una panoramica sintetica delle fasi de tuo business ed hai un’idea delle aree deboli in base alla votazione che hai dato.  Adesso passiamo dalla valutazione delle aree alla creazione di un piano operativo con azioni da mettere in campo per migliorare il tuo business.

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Metti il tuo voto nel primo spazio sotto ogni colonna e poi scrivi per ogni area la tua risposta a queste domande:

  1. Cosa devo avere in quest’area affinché possa funzionare come voglio (o migliorare)?
  2. Cosa mi serve per avere ciò di cui necessito?
  3. Come posso ottenere ciò che mi serve?

Ti faccio un esempio per l’area commerciale: 1) devo avere vendite per 300mila euro al mese; 2) mi servono altri 5 venditori con esperienza nel mio settore, devo migliorare le mie competenze nella direzione commerciale; 3) posso mettere annunci su siti specializzati, fare reclutamento su LinkedIn, chiedere ai miei migliori venditori di presentarmi altri venditori capaci (e così via).

Come puoi notare, stai iniziando ad aver chiare le aree di miglioramento e tra poco passeremo al piano d’azione. Quando faccio fare questa attività, il passaggio più importante è il confronto che il cliente ha con me: gli offro l’opportunità di osservare nuove prospettive, trovare soluzioni differenti e quindi poter scegliere quella che si ritiene più efficace. Tuttavia, già con questi passaggi guidati, avrai un notevole beneficio in termini di chiarezza strategica che si trasforma poi in efficacia operativa.

Il piano d’azione focalizza i seguenti passaggi realizzativi:

  • Cosa avere?
  • Cosa serve?
  • Come fare?
  • Chi lo fa?
  • Quando?

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Adesso hai un programma di azioni di miglioramento del tuo business, sai cosa migliorare e come farlo, chi deve occuparsene e quando. 

REGOLE PER UN PIANO EFFICACE

Esistono 5 preziose regole da seguire al fine di realizzare un piano che sia veramente produttivo:

  1. Qualunque idea è meglio di nessuna idea.
  2. Un piano è efficace se viene eseguito.
  3. Se hai un piano fantastico, ma non c’è nessuno che si assume la responsabilità di portarlo avanti, sappi che il piano fallirà.
  4. Se non hai tempo di guidare il piano, non eseguirlo.
  5. Un piano è cattivo se distrae da attività che già si dimostrano di successo e producono ricchezza.

Alcune regole possono sembrarti ovvie, ma fai attenzione perché sono proprio le ovvietà a trarre in inganno. Ho visto idee straordinarie morire in un cassetto, piani fantastici perdersi per strada, nuovi progetti affondare un’area che prima era produttiva e creava ricchezza.

CONCLUSIONI

Siamo arrivati al termine di questa mini Lezione di Business in cui hai imparato a fare un’analisi veloce della tua attività e trovare le aree di miglioramento, definendo un piano d’azione. Hai acquisito un metodo semplice ed efficace, ti ho mostrato alcuni schemi pronti per inquadrare il tuo business, ora sta a te entrare in azione ed andare fino in fondo!

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7 MOSSE EFFICACI PER SUPERARE LE CRISI

Può apparirti come il momento peggiore della tua vita, tutto sembra andare per il verso sbagliato, hai la sensazione di naufragare nella tempesta che ti sta travolgendo, eppure, questo sarà un importante occasione di cambiamento.

Una scossa così terribile e forte, da provocare un risveglio che ti farà aprire gli occhi sul serio e rivedere la tua vita da un punto di vista completamente differente.

Hai mai notato quanto l’aria sia rarefatta dopo una forte tempesta?

Dopo il buio delle nere nubi, tutto diventa più limpido ed i colori del paesaggio sembrano dipinti dalla mano di un pittore. Il dualismo che contraddistingue la vita, ci dovrebbe far comprendere che gioia e dolore sono uniti così come luce ed oscurità. Ogni momento difficile contiene anche un’opportunità di svolta.

La tempesta della crisi ha in sé questa caratteristica: un evento emozionalmente molto forte squarcia il finto equilibrio con cui stai andando avanti, ti travolge, ti offre l’opportunità di pulire ciò che non va come fa la pioggia, quindi di ridare splendore e nuova luce alla tua vita.

Quando ti sorprende un temporale, non tendi forse a ripararti?

Questa è la reazione istintiva con cui impediamo alla tempesta di fare il suo corso, di compiere la sua missione di pulizia e rinnovamento.

Perché manteniamo accuratamente situazioni non ottimali?

Perché ne abbiamo un vantaggio. Piacere e Dolore sono due leve motivazionali molto potenti: ci muoviamo verso il piacere e lontano dal dolore.

Pensaci un attimo, è più facile andare dal dentista perché proviamo un forte mal di denti che per migliorare il nostro sorriso. E cosa accade se il dolore temporaneamente svanisce? Rimandiamo nella speranza che il problema non ci sia più.

Quindi, quando non ci muoviamo per superare un ostacolo o raggiungere un obiettivo, significa che non stiamo ancora provando dolore a sufficienza oppure non è esattamente ciò che vogliamo come piacere (era un falso problema o falso obiettivo). In altre situazioni, c’è un braccio di ferro tra piacere e dolore: ti muoverai se il piacere di ottenere un risultato è maggiore del dolore provocato dallo sforzo di superare gli ostacoli, oppure, se il dolore della situazione non ottimale è maggiore del piacere di rimanervi.

A questo punto dovresti aver compreso che se dici di star male in una situazione e non agisci per uscirne, significa che quella situazione ti sta creando anche un piacere, che non stai notando, che è maggiore del dolore di rimanervi. Trova quel piacere ed avrai la possibilità di creare il cambiamento che desideri.

“Da piccoli rincorriamo quello che gli adulti si lasciano scappare. E’ tutto nuovo ed eccitante, ed è anche tutto possibile. Poi succede qualcosa. Andiamo incontro a un fallimento, veniamo respinti, restiamo delusi. E permettiamo che quella parte di noi si atrofizzi, diventando troppo seri. Ma cosa succederebbe se ci svegliassimo ogni giorno chiedendoci: “E se cercassi di ottenere ciò che voglio? Di realizzare i miei sogni?”. Spegni la sveglia, posi i piedi a terra e vai. Per riavere quella magia nella tua vita… per vivere ogni possibilità.”  (Liz Murray)

La tua vita è come una rappresentazione teatrale, d’altronde personalità deriva da persona e significa maschera. Ogni giorno metti in campo un copione comportamentale ben definito e ripetuto, prevedibile agli occhi di un esperto in materia, ma non a te. Come in The Truman Show sei attore inconsapevole, ma, a differenza del film, ne sei anche regista. Quando Truman intuisce l’inganno, va alla ricerca della verità, trova la porta e varca la soglia nonostante la paura. In quel momento è diventato attore e regista consapevole della sua vita, può decidere di cambiare il finale.

In conclusione, le crisi altro non sono che momenti di grande trasformazione. Ogni trasformazione implica una morte e rinascita a cui non sempre siamo pronti e così torniamo indietro, alla ricerca di illusorie sicurezze. Per questo motivo, voglio indicarti 7 mosse che per me si sono rivelate molto efficaci per superare i miei momenti di crisi:

  1. Quando qualcosa non torna, fermati ed osserva i tuoi compromessi. 
  2. Gli eventi arrivano per rompere il finto equilibrio, non scapparne, sfruttali per creare il giusto cambiamento.
  3. Il tuo inconscio ti farà scappare dalla nuova modalità, per lui nuovo uguale pericolo. È lui che ha paura del futuro, non tu. Dai un nome alle tue paure e trova in anticipo 3 soluzioni possibili.
  4. Hai un grande potere: sei scrittore, regista ed attore della tua vita. Ricorda che il tuo film è fatto di imprevisti e puoi sempre riscrivere il copione.
  5. Prima della decisione, viene l’intenzione. L’intenzione è un desiderio potente e focalizzato che si concretizza in decisione ed azione. Mantieni viva l’intenzione.
  6. La crisi è momento della verità che si configura come un bivio: mostra chi sei in quel momento e ti offre l’opportunità di scegliere di tornare ad essere il vero te stesso.
  7. Tieni in vita situazioni non ottimali perché ne hai un vantaggio (spesso inconscio) maggiore dello svantaggio di cambiare. Trova quel piacere ed avrai la possibilità di scegliere con maggiore consapevolezza l’uscita del tuo copione.
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VUOI AVERE PIÚ ENTRATE E PIÚ TEMPO?

Se Mario guadagna 100.000 euro l’anno, è due volte più ricco di Giuseppe che ne guadagna 50.000. Pensi anche tu che sia così?

La maggior parte delle persone ragiona in termini di reddito assoluto, che si misura considerando solamente il denaro come parametro di riferimento. Ma se prendiamo come riferimento il mix reddito assoluto e tempo (reddito relativo), possiamo scoprire che le cose non sono come sembrano.

Il reddito relativo si calcola dividendo il tuo guadagno per il numero di ore lavoro. Se ad esempio il tuo guadagno annuo (quello personale, non della tua azienda) è di euro 100.000 e il numero di ore lavoro annue è di 2.530 (supponendo di lavorare 55h a settimana per 46 settimane), il reddito relativo sarà di euro 39,53 (100.000/2.530). Ti sembra poco vero? Prova a calcolare il tuo, ricordando che, espresso in altri termini, il reddito relativo indica quanto vale una tua ora di vita professionale.

Tornando al nostro esempio iniziale:

Mario guadagna 100.000 euro l’anno (2.000 euro a settimana, considerando 50 settimane lavorative), lavorando 80 ore a settimana. Quindi, guadagna 25 euro l’ora (2.000/80). Giuseppe guadagna 50.000 euro l’anno (1.000 euro a settimana), lavorando 10 ore a settimana. Quindi, guadagna 100 euro l’ora (1.000/10).  

Considerando il reddito relativo, Giuseppe è quattro volte più ricco di Mario!

Chiaramente, occorre produrre il reddito necessario per sostenere la vita che si desidera, ciò significa che se Giuseppe si ferma alle 10 ore, potrebbe non essere sufficiente. Tuttavia, può arrivare a guadagnare 100.000 euro lavorando 20 ore a settimana contro le 80 di Mario ed avere 60 ore (libere direbbe Mario) da dedicare a sé stesso e la propria famiglia.

Il calcolo del reddito relativo è molto utile per prendere decisioni di business importanti.

Supponiamo che Mario sia un imprenditore o un professionista, abbiamo detto che il suo reddito relativo è di 25 euro/h.  A Mario converrebbe delegare ogni sua attività che ha un valore inferiore al suo reddito relativo. Pagando complessivamente 80euro a qualcun altro per fare sue attività di minor valore per un totale di 4h, significherebbe guadagnare 4h da poter dedicare ad attività di maggior valore che potrebbero generare, ad esempio, un reddito relativo di 100 euro/h o più alto. In questo caso avrebbe un utile relativo totale di 320 euro (100×4= 400-80= 320).

Stai svolgendo attività a basso reddito relativo (da delegare) o ad alto reddito relativo (da mantenere)?

Vediamo una case history del settore estetica.

Scenario iniziale: L’imprenditrice aveva avviato il suo business da 5 anni e si barcamenava tra diverse attività: cabina, agenda, gestione amministrativa. Aveva 2 estetiste che si dedicavamo a manicure e massaggi base, lei si alternava tra queste attività ed anche alle poche sessioni con macchinari che a detta sua giravano poco a causa del costo più elevato rispetto al resto dei servizi.

Analisi: Abbiamo fatto un calcolo della sua redditività relativa e quella delle sue collaboratrici rispetto al costo fisso (stipendio), è emerso con suo grande stupore (non il mio che avevo già fiutato l’inganno) che era veramente antieconomico continuare a lavorare così tanto per generare così poco. Il calcolo del potenziale di vendite ed incassi che non stava generando ha dato il colpo di grazia al vecchio modo di pensare, facilitando il cambiamento. Inoltre, ho fatto fare l’analisi del potenziale personale a lei e le due collaboratrici per comprendere esattamente quali attitudini fossero costruttive in relazione agli obiettivi di crescita e quali stessero agendo da freno e fossero quindi da sbloccare.

Soluzioni e Risultati: Abbiamo ampliato la formazione delle due estetiste sulla manicure aggiungendo la ricostruzione delle unghie e due  nuovi massaggi. In questo modo abbiamo aumentato il loro reddito relativo ed inserito anche degli incentivi. La titolare si è dedicata all’epilazione laser ed introdotto un nuovo macchinario estetico, il suo reddito relativo si è triplicato ed ha liberato (è proprio il caso di dirlo) 3h al giorno che sono state riprogrammate settimanalmente tra: visite di consulenza (che nel 70% si trasformano in programmi di trattamento estetico), studio di pacchetti e promozioni, gestione finanziaria e strategica dell’attività, tempo per sé stessa. Nel giro di 6 mesi, avviando anche delle attività di marketing e formazione sulle vendite, abbiamo inserito una terza collaboratrice per la gestione dell’agenda e gran parte delle operatività legate ad amministrazione, marketing, recall clienti, e tutte le micro attività che riempivano ancora le ore della cliente così che potesse fare un ulteriore salto avanti per espandere il centro estetico. Il mio programma di intervento è stato gestito con un mix di formazione dal vivo e consulenze via Skype, così da valorizzare il tempo sia mio che della cliente.

Più aumenti il reddito relativo, più avrai tempo per far espandere il tuo business e migliorare la qualità di vita!

Mi auguro che si siano accese diverse lampadine anche a te, così come è successo a diversi miei clienti. Sono un tipo estremamente pratico, quindi voglio lasciarti con 5 azioni da mettere subito in campo:

  1. Calcola il tuo reddito relativo
  2. Fai una lista di tutte le attività di valore e di quelle di basso valore che stai svolgendo attualmente in prima persona
  3. Scopri quanto ti costerebbe delegare alcune di queste attività minori e quante ore recupereresti
  4. Decidi in cosa investiresti le ore recuperate e che valore avrebbero per te (tieni conto anche del valore emotivo)
  5. Crea un piano d’azione per aumentare il tuo reddito relativo con obiettivi chiari, azioni e scadenze intermedie

Se hai bisogno di una mano, contattami via mail QUI e ti dirò come posso aiutarti ad avere più tempo e più soldi.

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Ted Talk – Alessandro Vella

Sin da piccoli cresciamo circondati dal concetto di “normalità” che ci fa sentire sbagliati quando seguiamo il nostro naturale modo di essere, semplicemente perché diverso dagli altri e, quindi, non normale. 

Ma è liberandoci dalla normalità che liberiamo la nostra straordinarietà!

Ribellati alla Normalità” è il titolo del mio Ted Talk in Sicilia, che ti invito a guardare fino in fondo per ritrovare quello spirito ribelle che è dentro di te, capace di realizzare grandi sogni.

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CHI SI ACCONTENTA MUORE!

“Chi si accontenta gode” è la filosofia dei finti soddisfatti e degli infelici camuffati. È più facile accontentarsi che andare fino in fondo per realizzarsi.

Citando il grande Bukowski: “Avrei potuto accontentarmi, ma è così che si diventa infelici”.

Nel precedente post (che trovi QUI) ho parlato del perché il 70% molla e dell’Effetto Spazzatura, ma esiste anche una seconda causa di fallimento…

EFFETTO ELASTICO è come ho chiamato il risultato di chi supera l’Effetto Spazzatura, ma si accontenta dei primi risultati.

Hai presente quello che accade quando fai una dieta dimagrante o inizi uno sport?

All’inizio tutto bello, poi i primi malesseri (qui una buona parte molla), quindi i primi risultati (qui una seconda parte molla) e ci si lascia andare a compromessi che riporteranno alla situazione iniziale.

Per arrivare ad avere il “bicchiere d’acqua pulito”, occorre avere la pazienza di continuare a lavorare sul processo di cambiamento. Invece, una buona parte del 70% che molla, vede un miglioramento della situazione e si ferma (come mostrato nella foto). Agendo così, entro breve, si tornerà ad avere gli stessi problemi iniziali, se non peggiori. 

L’Effetto Elastico è un tipico esempio di come una IDEA VIRUS possa generare un COMPORTAMENTO distruttivo, nonostante la conoscenza che si possa avere sull’argomento (ne parlo in questo post QUI).

La CONSAPEVOLEZZA di come funzioniamo a livello comportamentale è davvero fondamentale per ottenere grandi risultati senza incappare nell’Effetto Elastico o Effetto Spazzatura.

La primissima attività che facciamo fare a un nostro cliente imprenditore (ed al suo team) è proprio la mappatura delle sue idee che evidenziano quali sono i comportamenti produttivi e quali quelli distruttivi in funzione dei risultati e dei cambiamenti che vuole ottenere.

Concludo questo post ricordando che accontentarsi ed essere contenti non sono proprio la stessa cosa!

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PERCHÈ IL 70% MOLLA

Esiste un effetto collaterale della crescita che chiamo “Effetto Spazzataura“.
 
In uno stato di normalità (come all’inizio di una nuova attività), sei come il bicchiere nel centro della foto: c’è una parte visibile quasi limpida ed un residuo fangoso sul fondo che non vedi più da tempo perché ti ci sei abituatoQuel residuo sono le tue idee virus, le tue paure, le tue emozioni bloccate del passato, le tue abitudini.
 
Quando inizi un percorso di crescita serio, è come se versassi dell’acqua di fonte nel bicchiere: il primo effetto è che smuoverai il fango sul fondo e l’intera acqua diventerà sporca come nel bicchiere a sinistra della foto.
 
Il primo motivo per cui le persone mollano è proprio questo “Effetto Spazzatura“: vedono l’acqua sporca e, pensando che stiano peggiorando, si tirano indietro ritornando nello stato illusorio iniziale. Dalle mie parti direbbero “Si stava meglio quando si stava peggio!“.
 
In pratica il 70% vorrebbe avere subito grandi risultati (ecco perché comprano “formazione fast food” che dà questa illusione), e non vuole vedere la realtà che: ogni avvio è faticoso, questo è il prezzo da pagare per un grande premio successivo.
 
Il 70% preferisce vivere nella finzione che quel fango non esiste, ma, purtroppo per loro, prima o poi verrà a galla. Ricordati che “Il saggio agisce per scelta, lo stolto per necessità”.
 
La verità è che se continui il lavoro di crescita, se continui a versare acqua di fonte nel bicchiere, dopo un po’ l’intero fango uscirà dal bicchiere lasciando solamente acqua davvero pulita come nel bicchiere a destra della foto.
 
Sai quando hai quel bellissimo senso di leggerezza?
Sai quando hai una grandissima energia positiva?
Sai quando tutto scorre liscio in un emozionante flusso di eventi?
 
Ecco, questo è ciò che si ottiene dopo aver fatto un profondo lavoro di “pulizia”.
 
Questa è una delle attività più intense che, dopo una prima fase iniziale, facciamo fare ad un nostro cliente imprenditore. Ben due giornate di grande “pulizia” così da ritrovare tutta l’energia emozionale positiva che serve per tornare a concretizzare i suoi sogni.