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MI GARANTISCI IL RISULTATO?

Ecco una domanda che chi fa il mio lavoro di consulenza strategica si sente spesso porre…

Qual è la migliore risposta da dare e ricevere?

Partiamo dal comprendere che l’imprenditore che pone questa domanda lo fa perché:

  1. Ha speso un sacco di soldi senza un cencio di risultato e si sente “scottato” da quell’esperienza
  2. Ha una profonda insicurezza che ignora

La mia risposta è:

Se segui esattamente, e dico esattamente, ciò che ti dico mettendo in campo nel modo corretto tutte le azioni concordate e se fai in modo che anche i tuoi collaboratori facciano altrettanto, allora avrai i risultati che cerchi.

Avere una business map è fondamentale, ma ciò che impatterà maggiormente sul successo della tua azienda è la capacità tua e del team di mettere in campo un’esecuzione veloce e potente, un’esecuzione leggendaria!

La vera sfida è l’esecuzione!

Execution Leggendaria = capacità di mettere le cose in moto, di farlo nel modo giusto e in tempi rapidi.

Fare la cosa giusta, rientra nel lavoro di strategia e creazione della business map. Farla bene e rapidamente, rientra nell’esecuzione e fa la differenza.

5 errori micidiali di execution che bloccano i risultati aziendali

Ci sono 5 errori di esecuzione che più di tutti bloccano i risultati, ora mi soffermerò sui due più frequenti:

  • Mancanza di un sistema di execution ripetibile e scalabile
  • Team incomplete o non all’altezza

La maggior parte delle aziende italiane ottengono risultati in alcune aree aziendali grazie a persone chiave che si danno un gran da fare e che con le loro capacità raggiungono obiettivi. Spesso questa persona chiave è il titolare o un suo responsabile. Il problema è che i risultati aziendali dipendono da una persona che non è duplicabile e il suo talento non è scalabile, ciò replicabile da altri. Togli questa persona e si blocca l’azienda o l’area aziendale. Un imprenditore che vuole davvero crescere con continuità, deve imparare a creare un sistema chiave, non persone chiave!

La selezione del personale è un momento strategico in cui cercare e scegliere chi darà una mano all’imprenditore nel centrare gli obiettivi. La maggior parte degli imprenditori adotta una strategia di selezione “tappabuchi” in cui sceglie il “meno peggio” perché non c’è tempo da perdere e quella persona serve. La selezione è un sistema ben preciso composto da sette step precisi il cui focus è  selezionare il team in funzione dell’execution leggendaria che serve per realizzare gli obiettivi della business map strategica.

7 key point per espandere il tuo business

Voglio chiudere questo articolo indicandoti i sette punti chiave che, se messi in campo nel modo corretto, consentono a un’azienda di espandersi velocemente o, come in questo periodo, recuperare il fatturato perso nel periodo di lockdown.

  1. Aggiorna la tua Business Map strategica
  2. Prendi decisioni difficili e coraggiose, non è più il momento di tentennare
  3. Metti le persone giuste al posto giusto e delega tutte le operatività
  4. Crea un Sistema di Execution leggendaria che non sia basato su persone chiave ma su un sistema
  5. Crea un Sistema di Gestione tramite Statistiche delle varie divisioni aziendali
  6. Crea un Sistema di Controllo di Gestione Finanziaria per avere un quadro chiaro di costi e marginalità per prodotto
  7. Definisci il Programma di Crescita annuale tuo e del team che comprenda un upgrade delle competenze e della parte comportamentale

Consulenza gratuita

L’emergenza Covid sta avendo un impatto negativo sui fatturati delle aziende e sta modificando l’approccio al mercato.

Insieme al team di consulenti del gruppo Evo Imprese, che ho il piacere di guidare, abbiamo sviluppato un servizio di consulenza strategica (denominato “Business ad alte prestazioni”) che aiuta le imprese a recuperare una parte del fatturato perso a causa della pandemia attraverso un percorso che incide su tutta la catena del valore.

Il percorso di consulenza si articola nei seguenti step:

  1. Check-up strategia aziendale attuale in funzione del mercato di  riferimento (gratuito);
  2. Check-up situazione attuale azienda;
  3. Analisi del potenziale dell’imprenditore;
  4. Analisi SWOT punti di forza e aree miglioramento;
  5. Definizione del piano d’azione pratico da mettere in campo.

Il check up viene erogato in modalità gratuita, sarà poi l’imprenditore a decidere se proseguire.

Clicca QUI per richiedere la tua consulenza gratuita.

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5 PUNTI PER CUI È CORRETTO “MANDARE A CASA” UN MANAGER

Ore 8:10 il cellulare squilla, è un mio grosso cliente, con cui collaboro da qualche mese, che ha problemi con uno dei suoi manager e mi chiede cosa fare e se la situazione è recuperabile…

Ci sono 5 punti che un imprenditore deve tenere in considerazione quando valuta un manager e che sono alla base di una possibile sostituzione.

Con il mio cliente ho analizzato proprio questi 5 punti:

  1. Guidare senza dare l’esempionel caso specifico, ad esempio, il manager ha chiesto alla squadra di fare un sacrificio nel mese di agosto, ma lui è andato in ferie. Questo è probabilmente tra gli errori più gravi: fa incazzare il team perdendo completamente leadership. È il motivo per cui si crea, inconsapevolmente, un gruppo antagonista che rema contro il proprio responsabile.
  2. Organizzare lontano dalla scena operativaquando un manager gestisce dalla scrivania e non si sporca le mani con i suoi uomini stando sul campo, allora crea solo confusione organizzata. Le azioni non portano a progressi, l’organizzazione lontano dalla scena operativa crea persone indaffarate ma non produttive. I collaboratori vedranno le decisione del manager come delle perdite di tempo rispetto a ciò che realmente servirebbe fare.
  3. Non confronto con le statistichel’idea di stare facendo un buon lavoro deve trovare conferma attraverso i numeri. Non usare kpi (key performance indicator) significa fallire al 90% nell’attività di manager di un’area aziendale. Non confrontare una statistica significa evitare di valutare il proprio operato in modo oggettivo. Ci sono 3 principali manifestazioni: A) Non esistono statistiche del ruolo o dell’area gestita; B) Le statistiche ci sono ma non vengono usate/aggiornate; C) Le statistiche in calo vengono giustificate invece di cambiare il trend negativo.
  4. Non aver sposato la meta aziendale questo punto determina una mancanza di interesse verso il raggiungimento degli obiettivi e la crescita dei membri del team. Il manager mette sul piedistallo il proprio ego, demotiva i collaboratori, crea disaccordi. Senza questo punto, anche un manager capace diventa pericoloso per la salute aziendale. 
  5. Non mettersi in discussionemettersi realmente in discussione è una questione di azioni e non di parole. Il reale cambiamento di idee/convinzioni, deve trovare riscontro in un cambiamento di azioni operative e, quindi, di risultati. Se il manager dà il suo accordo verbale, ma poi nulla cambia, allora le situazioni sono 2: A) Ha un disaccordo forte che non dichiara e tiene nascosto; B) Non si mette in discussione, è rigido al cambiamento. Il primo caso può essere gestito e risolto, il secondo no.

Com’è andata a finire con il mio cliente?

Il manager in questione ha 4 punti su 5 e siamo già intervenuti con lui per aiutarlo a cambiare passo, ma la difficoltà di mettersi realmente in discussione (cambiare concretamente atteggiamento e azioni) è il vero tallone di Achille per cui molto probabilmente sceglieremo di far crescere la divisione aziendale tramite un altro manager.

Affrontare velocemente e con coraggio risolutivo ciò che non funziona è ciò che ogni imprenditore dovrebbe fare.

Spesso si scende a compromessi per mille buoni motivi che però creano un danno ancora più grande in termini di tempo, soldi e energia persa per risolvere il sassolino diventato macigno.

La caratteristica principale in questi frangenti è essere intollerante verso i problemi così da non adattarsi a essi e agire per risolverli.

Puoi sfruttare questo articolo per guardare dentro la tua azienda rispondendo a queste 3 potenti domande:

  • Quali problemi/situazioni sto tollerando?
  • Quali decisioni dovrei prendere che non sto prendendo?
  • Quali azioni posso fare per risolvere velocemente?
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3 ERRORI MADORNALI CHE AMMAZZANO LA VITA DELL’IMPRENDITORE E BLOCCANO LA CRESCITA

Essere imprenditore è una scelta guidata da una grande passione che porta a mettere “anima e core” in tutto ciò che si fa, l’entusiasmo e la follia guidano i primi passi dell’impresa eroica dell’essere imprenditore, lo stesso entusiasmo con cui si coinvolgono le prime persone che lo aiuteranno.

Tutto bello all’inizio, finché non arrivano i primi grandi problemi: collaboratori che tradiscono la fiducia data, clienti che non mantengono gli accordi presi, disaccordi tra soci che ingessano la crescita, organizzazione che non funziona e crea caos.

Tratta i tuoi collaboratori come vorresti essere trattato tu!

L’imprenditore segue anche questa dritta sentita a un corso sulla leadership, ma le relazioni peggiorano e alcuni collaboratori iniziano a remare contro.

È normale… mantieni il focus sugli obiettivi e vedrai che col tempo le cose si sistemeranno!

L’imprenditore segue il consiglio e così continua a lavorare quando in azienda tutti vanno via, d’altronde è il momento migliore, il più tranquillo.

Quando la sera torna a casa, l’imprenditore evita di parlare con chi ama dei problemi che sta vivendo, ma chi gli è intorno  percepisce il suo malessere e a volte fraintende pensando che ci sia altro. Così qualche litigata inizia a squarciare la tranquillità di casa e la vita sembra diventare un’inferno.

L’imprenditore si sente solo, non compreso, perde la fiducia che aveva verso le persone che avrebbero dovuto aiutarlo, e fa ciò che sa fare molto bene da tempo: combattere da solo!

Circa il 60% degli imprenditori di PMI (Piccole Medie Imprese) si trova in una situazione simile, non sanno che sono problematiche ricorrenti e, soprattutto, non sanno come uscirne.

Il problema non è l’imprenditore, ma ciò che gli hanno fatto credere essere vero. Sulla base di queste idee virus lui ha agito e continuato inconsapevolmente a sbagliare.

Alla base dello scenario sopra descritto ci sono 3 errori madornali che ammazzano la vita dell’imprenditore e bloccano la crescita:

  1. Trattare gli altri come vorresti essere trattato tu
  2. Mantenere un elevato focus sugli obiettivi aziendali
  3. Diventare il miglior collaboratore della propria azienda

Vediamo nel dettaglio perché sono errori madornali, seppur commessi in buona fede.

[Errore 1] Trattare gli altri come vorresti essere trattato tu

Quante persone in azienda e nella sfera personale hanno un carattere uguale al tuo?

Te lo dico io: NESSUNO!!!

Gli altri non sono te, anche se possono avere delle similitudini. Quindi trattarli come vorresti essere trattato tu, potrebbe equivalere a trattarli per come loro non vogliono essere trattati. Comprendi che cavolata ti hanno fatto bere?

Supponiamo tu sia un tipo concreto e determinato, uno da “poche smancerie e vai subito al sodo“. Cosa accadrebbe se trattassi così una persona molto empatica che necessita di relazione prima di andare al sodo? Se va bene, ci rimarrebbe molto male pensando che non ti importa niente di lei.

Ecco, l’idea virus “Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu!” è spesso la causa della maggior parte delle incomprensioni che portano a disaccordi a volte letali.

Sganciati velocemente da questa idea virus e sostituiscila con “Tratta gli altri per come LORO vogliono essere trattati” che presuppone conoscerli meglio, comprendere il loro punto di vista senza necessariamente doverlo condividere, dissolvere in un lampo i disaccordi, gestire una comunicazione realmente efficace, ottenere più risultati dagli altri conoscendo le loro leve di condivisione.

[Errore 2] Mantenere un elevato focus sugli obiettivi aziendali

Un contadino ha quattro alberi da frutto. Ogni giorno va nel campo e si prende cura dei quattro alberi affinché producano i loro frutti. Poi, un albero dei quattro ha qualche problema e lui si concentra maggiormente su di esso. Col tempo, tutto il tuo focus si sposta su quest’albero e inizia a trascurare gli altri tre. Cosa accadrà alla fine?

Più il focus è spostato su un solo albero, più il contadino tenderà a dimenticarsi di curare gli altri tre che finiranno per inaridire.

Allo stesso modo, l’imprenditore ha quattro aree della vita di cui prendersi cura:

  1. Se stesso
  2. La coppia
  3. La famiglia
  4. Il business

La maggior parte dei corsi di formazione per imprenditori (che siano dal vivo, in video o libri) e dei business coach, puntano a creare maggior focus solo sul business e dimenticano l’importanza di creare un efficace e proficuo equilibrio tra vita e lavoro.

Per comprendere meglio questo passaggio, ho creato i quattro quadranti del life management che indicano le situazioni tipo in cui ci si può trovare:

Uno dei primi segnali di disequilibrio è l’agenda dell’imprenditore che, spesso, è solamente business e non contiene degli spazi da dedicare a se stesso, alla coppia o alla famiglia. Io, ad esempio, uso un’agenda a colori (rosso o arancione per il business, blu per me, rosa per la coppia, verde per la famiglia) che mi consente a colpo d’occhio di comprendere se sto trascurando una delle aree della vita.

Essere in equilibrio, infatti, non significa dedicare lo stesso tempo a tutte le aree (cosa difficilissima e non sempre efficace), quanto avere il focus sul coltivare ogni area dedicando il giusto tempo a tutte a seconda delle necessità del momento. Per questo motivo consigli di passare dal gestire il tempo (time management) a gestire la vita (life management).

[Errore 3] Diventare il miglior collaboratore della propria azienda

Se non lo faccio io, non lo fa nessuno” o “Se non ci sono io, l’azienda si ferma” sono due tipiche affermazioni della maggior parte degli imprenditore ed erano anche le mie quando gestivo la mia azienda di imballaggi industriali. Sono anche il sintomo dell’essere diventati il miglior collaboratore della propria azienda, peccato che il tuo ruolo è un’altro.

Alcuni fallimenti nella gestione delle persone, la mancanza di conoscenza su ciò che realmente porta a “ottenere cose fatte (bene) dagli altri“, o seguire le scemenze dette da alcuni business coach che non sono mai stati sul campo, portano l’imprenditore a rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco. Ma se il generale è in trincea, chi si occupa della strategia?

Essere imprenditore:

  • non è lavorare più degli altri sulle operatività, ma coordinare il team per una potente esecuzione del piano strategico
  • non è essere posseduto dall’azienda, ma possederla
  • non è gestire i problemi che altri non risolvono, ma creare persone in grado di risolvere problemi
  • non è correre dietro alle urgenze, ma avere tempo per le cose importanti che creano valore in azienda e crescita
  • non è sentirsi solo, ma avere un gruppo che ha sposato i valori e la meta aziendale e la sostiene per realizzarla

L’imprenditore è il generale, deve creare strategie di espansione e dirigere il proprio esercito attraverso i suoi comandanti di reparto verso una esecuzione eccellente così da assicurarsi la vittoria. Essere troppo operativi sul campo di battaglia, significa perdere la visione di insieme, significa lasciare il timone in mano a nessuno, significa non fare il lavoro di imprenditore ma essere semplicemente il miglior collaboratore della propria azienda. Ma tu, chi vuoi realmente essere: l’imprenditore o il miglior collaboratore?

Conclusioni

Alla fine, l’imprenditore si ritrova in queste situazioni perché ci tiene all’azienda e in buona fede cerca soluzioni per risolvere problemi. A volte, nel farlo, intraprende strade sbagliate (spesso mal suggerito) e commette uno dei tre madornali errori che lo portano a peggiorare la propria vita e bloccare la crescita dell’azienda.

Scegliere bene chi ti aiuta è davvero fondamentale, vale per i collaboratori e vale per chi decidi di seguire per la formazione e la consulenza.

Scegli un professionista che abbia casi pratici di successo ma anche di insuccesso nel suo bagaglio di esperienza, così eviterai di essere tu la cavia. Scegli un business coach che abbia una visione di life management e non solo di focus sul business, altrimenti tenderai a trascurare la vita perché il business è divertente e adori fare impresa per cui ti distrarrai facilmente dal resto. Scegli un’azienda di professionisti così da avere più competenze a disposizione e, quindi, più soluzioni. Scegli chi mixa questi cinque fattori di crescita:

  1. sviluppo di nuova conoscenza (formazione con applicazione pratica)
  2. sviluppo del potenziale personale (comportamento)
  3. controllo oggettivo di come sta andando (statistiche e kpi)
  4. affiancamento nel fare così da passare dalla teoria alla pratica (esperienza)
  5. creazione di una strategia che tenga conto dell’equilibrio vita/lavoro (life management)

Ti invito a seguire i contenuti che pubblico nel gruppo “Imprese in Evoluzione”, il Club di Imprenditori dedicato alla crescita personale e aziendale.

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10 RIMPIANTI DA EVITARE PER CHI FA BUSINESS

Siamo così presi dalle attività quotidiane, da dimenticare pezzi importanti della nostra vita che potrebbero trasformarsi in rimpianti se ce ne accorgiamo troppo tardi. Ecco una lista di 10 errori da evitare per non vivere di rimpianti.
1. LA LUNGA LISTA DEI DOVREI
Le pressioni nel mondo del business sono una costante, ma non permettere mai ai “dovrei” di fungere da freno. Lascia andare un po’ di questi dovrei ed impara a vivere la vita nel modo che ti rende più felice. Se ciò significa uscire fuori dagli schemi (altrui), molto bene, fallo, hai una vita sola.
 
2. NON PASSARE DEL TEMPO CON I GENITORI
Ce ne ricordiamo sempre quando è troppo tardi, quindi fallo ora, segnati di passare qualche ora al mese con i tuoi genitori anche per una semplice chiacchierata o un pranzo insieme.
 
3. METTERE IL LAVORO AL PRIMO (E UNICO) POSTO
È un classico, soprattutto maschile. Corri tantissimo per fare carriera, per raggiungere nuovi traguardi, dimenticandoti delle persone che ami. Impara a bilanciare tutte le aree della tua vita.
 
4. PERDERE TEMPO CON PERSONE DEMOTIVANTI
A volte investiamo troppo tempo nel voler convincere alcune persone (che hanno un atteggiamento negativo) nel cambiare idea, sai come va a finire? Che mantengono le loro convinzioni e scaricano le tue. Fai attenzione a chi non ti fa sentire apposto con te stesso e con ogni cosa che fai. Basta investire tempo ed energia nel preoccuparsi di cosa pensano le persone a cui non importa nulla della tua felicità, a chi interessa veramente di te ti accetterà per ciò che sei.
 
5. PENSARE DI ESSER TROPPO VECCHI PER…
Chiedilo ad un sessantenne americano e vedi dove ti manda! Piuttosto, mantieni viva la tua parte bambina, quella che si diverte ad inventare nuovi giochi.
 
Oscar Wilde diceva:
 
“Le uniche cose che non si rimpiangono sono le proprie follie”
6. METTERE TE STESSO ALL’ULTIMO POSTO

Se tu stai bene, farai star bene anche le persone intorno a te. Quando ti metti all’ultimo posto, finisci col trascurarti e peggiorare la tua energia emozionale e, di conseguenza, anche le tue relazioni.

7. TRASCURARE IL PROPRIO CORPO
Corriamo in continuazione senza prenderci cura del mezzo che ci consente di fare tutto ciò che facciamo. Non parlo solamente di sport, quanto di nutrizione, di benessere e tutto quello che contribuisce a farci essere (non solo sentire) in forma. Questa energia ritrovata, genera nuova energia anche nel business.

8. NON RISCHIARE
Essere esageratamente cauti non giova al business e neppure alla tua vita, ricordati di non giocare al ribasso e di puntare sempre al top.

9. NON INVESTIRE IN RENDITE
Chi ha iniziato a investire in rendite, oggi può decidere di andare “in pensione” quando desidera. Rimandare questo punto, equivale ad essere schiavo del lavoro per molti, molti anni.

10. NON VIAGGIARE ABBASTANZA
Viaggiare è uno dei migliori modi per formarsi, entrare in contatto con nuove culture, esplorare, uscire dai propri schemi, apprendere nuove modalità. Non a caso è proprio nei viaggi che nascono le migliori idee di business, ne sa qualcosa Howard Schultz inventore e CEO di Starbukcs che nel 1983 sviluppò, in occasione di un viaggio di piacere a Milano con la sua famiglia, il suo progetto di portare in America l’autenticità della caffetteria italiana.

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CHI SI ACCONTENTA MUORE!

“Chi si accontenta gode” è la filosofia dei finti soddisfatti e degli infelici camuffati. È più facile accontentarsi che andare fino in fondo per realizzarsi.

Citando il grande Bukowski: “Avrei potuto accontentarmi, ma è così che si diventa infelici”.

Nel precedente post (che trovi QUI) ho parlato del perché il 70% molla e dell’Effetto Spazzatura, ma esiste anche una seconda causa di fallimento…

EFFETTO ELASTICO è come ho chiamato il risultato di chi supera l’Effetto Spazzatura, ma si accontenta dei primi risultati.

Hai presente quello che accade quando fai una dieta dimagrante o inizi uno sport?

All’inizio tutto bello, poi i primi malesseri (qui una buona parte molla), quindi i primi risultati (qui una seconda parte molla) e ci si lascia andare a compromessi che riporteranno alla situazione iniziale.

Per arrivare ad avere il “bicchiere d’acqua pulito”, occorre avere la pazienza di continuare a lavorare sul processo di cambiamento. Invece, una buona parte del 70% che molla, vede un miglioramento della situazione e si ferma (come mostrato nella foto). Agendo così, entro breve, si tornerà ad avere gli stessi problemi iniziali, se non peggiori. 

L’Effetto Elastico è un tipico esempio di come una IDEA VIRUS possa generare un COMPORTAMENTO distruttivo, nonostante la conoscenza che si possa avere sull’argomento (ne parlo in questo post QUI).

La CONSAPEVOLEZZA di come funzioniamo a livello comportamentale è davvero fondamentale per ottenere grandi risultati senza incappare nell’Effetto Elastico o Effetto Spazzatura.

La primissima attività che facciamo fare a un nostro cliente imprenditore (ed al suo team) è proprio la mappatura delle sue idee che evidenziano quali sono i comportamenti produttivi e quali quelli distruttivi in funzione dei risultati e dei cambiamenti che vuole ottenere.

Concludo questo post ricordando che accontentarsi ed essere contenti non sono proprio la stessa cosa!

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PERCHÈ IL 70% MOLLA

Esiste un effetto collaterale della crescita che chiamo “Effetto Spazzataura“.
 
In uno stato di normalità (come all’inizio di una nuova attività), sei come il bicchiere nel centro della foto: c’è una parte visibile quasi limpida ed un residuo fangoso sul fondo che non vedi più da tempo perché ti ci sei abituatoQuel residuo sono le tue idee virus, le tue paure, le tue emozioni bloccate del passato, le tue abitudini.
 
Quando inizi un percorso di crescita serio, è come se versassi dell’acqua di fonte nel bicchiere: il primo effetto è che smuoverai il fango sul fondo e l’intera acqua diventerà sporca come nel bicchiere a sinistra della foto.
 
Il primo motivo per cui le persone mollano è proprio questo “Effetto Spazzatura“: vedono l’acqua sporca e, pensando che stiano peggiorando, si tirano indietro ritornando nello stato illusorio iniziale. Dalle mie parti direbbero “Si stava meglio quando si stava peggio!“.
 
In pratica il 70% vorrebbe avere subito grandi risultati (ecco perché comprano “formazione fast food” che dà questa illusione), e non vuole vedere la realtà che: ogni avvio è faticoso, questo è il prezzo da pagare per un grande premio successivo.
 
Il 70% preferisce vivere nella finzione che quel fango non esiste, ma, purtroppo per loro, prima o poi verrà a galla. Ricordati che “Il saggio agisce per scelta, lo stolto per necessità”.
 
La verità è che se continui il lavoro di crescita, se continui a versare acqua di fonte nel bicchiere, dopo un po’ l’intero fango uscirà dal bicchiere lasciando solamente acqua davvero pulita come nel bicchiere a destra della foto.
 
Sai quando hai quel bellissimo senso di leggerezza?
Sai quando hai una grandissima energia positiva?
Sai quando tutto scorre liscio in un emozionante flusso di eventi?
 
Ecco, questo è ciò che si ottiene dopo aver fatto un profondo lavoro di “pulizia”.
 
Questa è una delle attività più intense che, dopo una prima fase iniziale, facciamo fare ad un nostro cliente imprenditore. Ben due giornate di grande “pulizia” così da ritrovare tutta l’energia emozionale positiva che serve per tornare a concretizzare i suoi sogni.