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5 PUNTI PER CUI È CORRETTO “MANDARE A CASA” UN MANAGER

Ore 8:10 il cellulare squilla, è un mio grosso cliente, con cui collaboro da qualche mese, che ha problemi con uno dei suoi manager e mi chiede cosa fare e se la situazione è recuperabile…

Ci sono 5 punti che un imprenditore deve tenere in considerazione quando valuta un manager e che sono alla base di una possibile sostituzione.

Con il mio cliente ho analizzato proprio questi 5 punti:

  1. Guidare senza dare l’esempionel caso specifico, ad esempio, il manager ha chiesto alla squadra di fare un sacrificio nel mese di agosto, ma lui è andato in ferie. Questo è probabilmente tra gli errori più gravi: fa incazzare il team perdendo completamente leadership. È il motivo per cui si crea, inconsapevolmente, un gruppo antagonista che rema contro il proprio responsabile.
  2. Organizzare lontano dalla scena operativaquando un manager gestisce dalla scrivania e non si sporca le mani con i suoi uomini stando sul campo, allora crea solo confusione organizzata. Le azioni non portano a progressi, l’organizzazione lontano dalla scena operativa crea persone indaffarate ma non produttive. I collaboratori vedranno le decisione del manager come delle perdite di tempo rispetto a ciò che realmente servirebbe fare.
  3. Non confronto con le statistichel’idea di stare facendo un buon lavoro deve trovare conferma attraverso i numeri. Non usare kpi (key performance indicator) significa fallire al 90% nell’attività di manager di un’area aziendale. Non confrontare una statistica significa evitare di valutare il proprio operato in modo oggettivo. Ci sono 3 principali manifestazioni: A) Non esistono statistiche del ruolo o dell’area gestita; B) Le statistiche ci sono ma non vengono usate/aggiornate; C) Le statistiche in calo vengono giustificate invece di cambiare il trend negativo.
  4. Non aver sposato la meta aziendale questo punto determina una mancanza di interesse verso il raggiungimento degli obiettivi e la crescita dei membri del team. Il manager mette sul piedistallo il proprio ego, demotiva i collaboratori, crea disaccordi. Senza questo punto, anche un manager capace diventa pericoloso per la salute aziendale. 
  5. Non mettersi in discussionemettersi realmente in discussione è una questione di azioni e non di parole. Il reale cambiamento di idee/convinzioni, deve trovare riscontro in un cambiamento di azioni operative e, quindi, di risultati. Se il manager dà il suo accordo verbale, ma poi nulla cambia, allora le situazioni sono 2: A) Ha un disaccordo forte che non dichiara e tiene nascosto; B) Non si mette in discussione, è rigido al cambiamento. Il primo caso può essere gestito e risolto, il secondo no.

Com’è andata a finire con il mio cliente?

Il manager in questione ha 4 punti su 5 e siamo già intervenuti con lui per aiutarlo a cambiare passo, ma la difficoltà di mettersi realmente in discussione (cambiare concretamente atteggiamento e azioni) è il vero tallone di Achille per cui molto probabilmente sceglieremo di far crescere la divisione aziendale tramite un altro manager.

Affrontare velocemente e con coraggio risolutivo ciò che non funziona è ciò che ogni imprenditore dovrebbe fare.

Spesso si scende a compromessi per mille buoni motivi che però creano un danno ancora più grande in termini di tempo, soldi e energia persa per risolvere il sassolino diventato macigno.

La caratteristica principale in questi frangenti è essere intollerante verso i problemi così da non adattarsi a essi e agire per risolverli.

Puoi sfruttare questo articolo per guardare dentro la tua azienda rispondendo a queste 3 potenti domande:

  • Quali problemi/situazioni sto tollerando?
  • Quali decisioni dovrei prendere che non sto prendendo?
  • Quali azioni posso fare per risolvere velocemente?
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IL PRINCIPALE PERICOLO PER L’IMPRENDITORE D’OGGI

Siamo in continua evoluzione e, sia che ne siamo consapevoli o meno, la nostra esistenza imprenditoriale dipenderà sempre più dalla nostra prontezza nell’affrontare il cambiamento.

Blockbuster e Nokia sono solo due esempi di aziende colosso che si sono schiantati per non aver saputo gestire il cambiamento. Se ne sono accorti quando era troppo tardi. Lo stesso può succedere al tuo business se non sei mentalmente pronto al cambiamento.

Ecco 5 azioni per allenarsi ad esser pronti:

1. NON MOLLARE LA FORMAZIONE

L’imprenditore è un uomo d’azione, ma questa azione diventa efficace se guidata dalla giusta conoscenza. Continuare a studiare mantiene elastica la mente, la predispone a nuovi punti di osservazione e di soluzioni.

2. AVERE UN GRUPPO DI PARI

“Vola con le aquile, non con le papere” questa frase di Brian Tracy mette l’accento sull’importanza di unirci, allearci, condividere esperienze, timori, intuizioni, idee, con altri imprenditori che abbiano interessi comuni.

3. ASCOLTARE IL TEAM

Parlare singolarmente con i collaboratori e tenere riunioni di gruppo periodiche in cui stimolare il confronto di idee, è un ottimo modo per creare e mantenere un rapporto di fiducia e cooperazione. Premiare le idee che hanno creato maggior valore, crea una cultura dove il miglioramento viene incoraggiato.

4. ALLENARE LA MENTE AL CAMBIAMENTO

Cambia alcune tue abitudini anche solo per un giorno: cambia il tuo posto a tavola, svegliati prima o dopo il solito orario, metti l’orologio al polso opposto. Insomma, allena la tua mente ad essere più elastica al cambiamento usando il trucco dei piccoli passi.

5. ENTRARE VELOCEMENTE IN AZIONE

Hai una buona idea? Falla subito! Allena la tua mente ad agire velocemente. Parti da piccole cose, semplici idee facili da mettere in campo senza grandi rischi. Poi alza il tiro, così da abituarti al coraggio di attuare. Questa attitudine sarà utilissima in fase di cambiamento dove dovrai mettere in campo nuove idee correndo dei rischi.

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Maggior Equilibrio

Le 7 Lezioni del Cambiamento

Ci sono momenti in cui vorresti avere un telecomando per spegnere una parte della tua vita che proprio non funziona, una sorta di reset totale per ripartire da zero. La voglia di uscire da quello stato di impasse è talmente elevata che si trasforma in ansia mista a paura ed il blocco riprende vita.

Qualcosa non torna, hai avuto grandi risultati o li stai avendo in un’area della tua vita, eppure qualcosa continua a non tornare come dovrebbe. Sai che da qualche parte c’è la soluzione ma non trovi la strada giusta per raggiungerla, forse qualcuno c’è passato prima di te e può indicarti la via.

Ci sono passato anche, lungo il cammino ho incontrato diverse persone ed ognuna ha aggiunto un pezzo utile per comporre il mio puzzle. Scelte importanti, muri che sembravano insormontabili, grandi cambiamenti, coraggio, paura, concretezza, incertezza, consapevolezza, elementi che hanno accompagnato la ricerca del Santo Graal di una vita in cui business, famiglia, coppia, sogni e risultati potessero non solo convivere in armonia, ma addirittura migliorarsi a vicenda.

Dalla mia storia, che sto per raccontarti, sono certo che trarrai un grande insegnamento così come è successo a me per cambiare la mia vita.

QUALCOSA NON TORNA

Nel mondo del business ho sempre avuto fiuto e talento nel produrre risultati di valore e, di conseguenza, soldi. Ho avviato attività come libero professionista nel mondo finanziario, imprenditore nel settore degli imballaggi industriali, consulenza strategica nella formazione imprenditoriale, direttore tecnico nel mondo delle business school, direzione generale nel settore della crescita personale. In tutte, sono sempre riuscito a creare successi importanti partendo da zero e passando dalla miglior palestra che è quella degli errori. Si può dire che il business è il mio campo di battaglia preferito, se ci fosse un duello vecchio stile e dovessi scegliere l’arma, sicuramente la mia preferenza verterebbe per la strategia business.

Così, come un bambino che vuole sempre restare nel suo mondo fantastico, ho dedicato molto tempo a far crescere i miei giochi credendo fosse tutta la mia vita. E’ molto più facile fermarsi quando le cose vanno male. Come al tavolo da gioco quando hai la mano calda, tendi ad entrare in una sorta di delirio di onnipotenza, credi che non perderai mai ed i fatti ti danno ragione: vinci molto di più di quel che perdi. Sembra tutto perfetto, non hai paura di nulla perché sai che hai il tocco di Re Mida. Sei pronto a mettere tutto in discussione e ripartire da zero, ti basterà poco per tornare in alto. Eppure, dopo qualche anno, inizi a sentire che qualcosa non torna.

E’ realmente questa la vita che hai sempre desiderato? Quale prezzo hai pagato per arrivare dove sei ora? Se avessi una bacchetta magica e potessi esprimere un desiderio per il tuo business ed uno per la tua vita, cosa chiederesti di cambiare?  

Qualcosa non torna, a distanza di anni una sorta di irrequietezza prende il sopravvento. Non riesci a capire cosa, provi con un bel CTRL+ALT+CANC e riparti con un’altra attività. All’inizio tutto bene, sembra la scelta giusta ed i numeri ti danno ragione. Ma è solo questione di tempo e l’insoddisfazione ritorna a spingere per cercare di farti comprendere, invano, la strada da seguire. Nel frattempo, la coppia inizia ad avere problemi. Ci si è allontanati gradualmente, quasi senza accorgersene ci si ritrova estranei. L’istinto di sopravvivenza ha portato entrambe le parti a riempire singolarmente lo spazio vuoto delle distanze, delle riunioni fino a tardi, delle trasferte di qualche giorno, delle sere in cui si rientra stanchi. Non si parla più, ognuno matura la propria idea e si adatta, fino a quando l’esplosione di uno dei due fa emergere il distacco.

Qualcosa non torna ed ora ne hai le prove. La vita privata è un inferno, un macigno che  pesa anche quando rientri nel mondo del business. Il tocco magico sembra affievolirsi, le mani perdenti del poker della vita iniziano ad incrementare. Hai due strade, entrambe pericolose: una ti porta ad ignorare la vita privata ed isolarti nel business di successo, l’altra ti affonda su entrambi i frangenti e distruggi tutto per poi ripartire nella stessa modalità.

Qualcosa non torna, l’equilibrio instabile tra business e vita ha evidenziato tutta la sua fallibilità. Ascolti mille voci, mille consiglieri che ti dicono: “devi fare una scelta, non puoi avere tutto…”. Ma tu sai, nel tuo profondo, che non può essere così.

Pensa che io sono arrivato a separarmi con mia moglie per ben due volte in circa un anno. In quel periodo sono stato anche diversi giorni in ospedale rischiando di morire, comprendendo quanto il futuro sia un’illusione ed il presente l’unica certezza da cogliere. Il business ha seguito il periodo nero, ma non mi preoccupava perché sapevo come fare per risollevarlo in breve tempo.

Qualcosa non torna, mi ripetevo, perché non riuscivo a trovare la formula magica anche per la vita personale? Perché tutto ciò che nel business funzionava, diventava fallimento nelle relazioni di coppia? Quello che avevo costruito era veramente ciò che volevo o un altare al mio ego?

Qualcosa non torna, le certezze si infrangono come una vetrata colpita da un sasso. Il mio ego scompare all’improvviso a causa della pericolosità del momento, lui teme la realtà. Confusione e paura dominano la scena delle emozioni facendo vacillare l’autostima.

Qualcosa non torna, mi rendo conto che è da tanto, troppo, tempo che facevo finta che tutto fosse ok. Ora si va fino in fondo, voglio vedere la verità!

LA TEMPESTA DIVINA

Può apparirti come il momento peggiore della tua vita, tutto sembra andare per il verso storto ed avere la sensazione di naufragare nella tempesta che ti sta travolgendo, eppure è un’importante occasione di cambiamento. Un risveglio che potrebbe essere così forte da farti aprire gli occhi sul serio e rivedere la tua vita da un punto di vista completamente differente, ma i tuoi occhi sono tumefatti dai cazzotti ricevuti e la vista annebbiata.

La pioggia porta pulizia, hai mai notato quanto l’aria è rarefatta dopo una forte tempesta? Tutto diventa più limpido ed i colori del paesaggio sembrano dipinti dal cuore di un pittore. Il dualismo che contraddistingue la vita, ci dovrebbe far comprendere che gioia e dolore sono uniti così come luce ed oscurità. Ogni momento difficile contiene anche un’opportunità di svolta. La tempesta divina ha in sé questa caratteristica: un evento emozionalmente molto forte squarcia il finto equilibrio con cui stai andando avanti, ti travolge, offre l’opportunità di pulire ciò che non va, quindi ridare splendore e luce alla tua vita.

Ed allora, cos’è che non funziona?

Quando ti sorprende un temporale, non tendi forse a ripararti? Questa è la reazione istintiva con cui impediamo alla tempesta divina di fare il suo corso, di compiere la missione di pulizia e rinnovamento.

Immagina il tuo subconscio come un computer dotato di numerosi programmi che vengono installati nel corso della tua crescita da genitori, insegnanti, amici e tutto ciò che è l’ambiente in cui vivi. Questi programmi hanno origine dai tuoi pensieri e, tramite essi, puoi creare nuovi programmi e sostituire quelli vecchi. Il subconscio, per istinto di sopravvivenza, segue i programmi installati ed agisce attraverso il meccanismo re-attivodi stimolo-rispostaOgni nuovo pensiero incontrerà l’iniziale resistenza del subconscio che tenderà a considerarlo come falso. Uno sforzo prolungato o un evento emozionalmente molto forte, supererà tale resistenza creando un nuovo programma.

Quindi è bene che tu sappia che il tuo comportamento deriva da atteggiamenti re-attivi e razionali. I primi ti fanno agire automaticamente, senza pensare, come reazione ad un evento esterno; è il meccanismo di autodifesa, quello che ci consente di respirare, far battere il cuore, superare un ostacolo, apprendere. Di contro, lavora per associazioni e non distingue il presente dal passato, traendoti in inganno. La ragione ti consente di scegliere la risposta da dare allo stimolo ricevuto. Analizza, confronta, sceglie, ed è ciò che ci distingue dagli animali. Entrambe le modalità sono funzionali alla tua sopravvivenza ed evoluzione, devi imparare a riconoscere se i comportamenti re-attivi hanno un effetto proattivo o autosabotante. La differenza è evidenziata dal risultato finale che può esprimere un miglioramento o peggioramento della tua situazione iniziale.

L’autosabotaggio è messo in campo dal tuo subconscio che collega continuamente situazioni del presente a quelle del passato, decidendo se è a suo avviso potenzialmente pericolosa e quindi reagendo nel modo che conosce. Questo spiega perché ci ritroviamo ciclicamente in situazioni che sembrano una fotocopia di altre passate, reagiamo allo stesso modo e creiamo lo stesso finale.

UN FILM GIÁ VISTO

E già, ti fermi un attimo ed una scintilla illumina una tessera del puzzle da dove partire. La tua intuizione ti sta guidando e se non le darai fiducia saranno guai. Più volte ha cercato di direzionarti, ma l’hai messa a tacere. Abbiamo un dono che ha del divino, ci aiuta a cogliere l’attimo, a virare quando necessario, eppure, molte volte, lo soffochiamo nel nostro ego.

Hai mai visto quelle scene di un film in cui il protagonista si ferma in mezzo alla folla e tutto sembra girargli intorno?

Io vedevo girare la mia vita, così ho avuto l’intuizione che tutto ciò che mi stava capitando in quell’istante era un film già visto. Persone diverse, stesso epilogo.  A quel punto ho compreso che dovevo intervenire sul regista, se il copione si ripeteva in situazioni e con persone diverse, era evidente che io stavo ricreando lo stesso film.

Non c’era più l’eccitazione a scendere dal letto per iniziare un nuovo giorno, tutto era diventato pesante. Qualunque cosa tu faccia e qualunque bene materiale tu possa possedere, se il tuo cuore è privo di gioia, un profondo senso di insoddisfazione accompagnerà i tuoi giorni.

“Da piccoli rincorriamo quello che gli adulti si lasciano scappare. È tutto nuovo ed eccitante, ed è anche tutto possibile. Poi succede qualcosa. Andiamo incontro a un fallimento, veniamo respinti, restiamo delusi. E permettiamo che quella parte di noi si atrofizzi, diventando troppo seri. Ma cosa succederebbe se ci svegliassimo ogni giorno chiedendoci: “E se cercassi di ottenere ciò che voglio? Di realizzare i miei sogni?”. Spegni la sveglia, posi i piedi a terra e vai. Per riavere quella magia nella tua vita… per vivere ogni possibilità.”  (Liz Murray)

Sono sempre stato motivato dal gioco ed ho cambiato quando un business non mi divertiva più, ma ora era la vita a non divertirmi e cambiarla non era così facile come negli affari. Il bambino che è in me non voleva più giocare in quel contesto, l’adulto non sapeva cosa fare.

Come un fulmine, l’intuizione era che dovevo interrompere il copione con cui costruivo e distruggevo i rapporti dandone le colpe a partner, soci, alleati, così da cambiarli e iniziare nuovamente tutto da capo.

La tua vita è come una rappresentazione teatrale, d’altronde personalità deriva da persona e significa maschera. Ogni giorno metti in campo un copione comportamentale ben definito e ripetuto, prevedibile agli occhi di un esperto in materia, ma non a te. Come in The Truman Show sei attore inconsapevole, ma, a differenza del film, ne sei anche regista. Quando Truman intuisce l’inganno, va alla ricerca della verità, trova la porta e varca la soglia nonostante la paura. In quel momento è diventato attore e regista consapevole della sua vita, può decidere di cambiare il finale.

Il mio copione era: inizio un rapporto o un’attività, tutto procede in modo entusiasmante, poi qualcosa non funziona più ed i rapporti cambiano. Nel business litigavo e cambiavo aria, per poi iniziare con nuova grinta degna di un soldato spartano. Nella vita privata creavo i presupposti di un’esplosione in cui venivo lasciato, per cadere in una crisi profonda. Possibile le circostanze ripetute siano così terribilmente simili?

Sì, possibilissimo, al punto in cui esiste anche una frase detta finale di copione. E’ la frase che ti ripeti per chiudere il tuo gioco comportamentale, la mia era: “tanto so di farcela anche da solo!”. Ed infatti, mi ritrovavo spesso da solo ad iniziare nuovamente tutto.

Pensa al tuo passato, riguardalo come un film, quali eventi sono ricorrenti? Quale copione o copioni comportamentali hai messo in campo? Con quale finale?

LA DECISIONE E L’INCONTRO

L’intenzione è una potente energia focalizzata che si concretizza con la decisione e l’azione!

Avendo visto chiaramente i copioni che avevo messo in campo e che stavo replicando per l’ennesima volta, decisi di interrompere l’effetto domino. L’intenzione era di partire creando un cambiamento al mio interno più profondo, riscrivere i programmi, modificare i finali del film.

La magia dell’Universo si manifesta attraverso segnali inconfondibili ad un occhio sveglio, quanto casuali ed irrilevanti per chi ancora è addormentato. Diedi fiducia al mio istinto agendo in modalità differente rispetto al passato, seguendo il flusso che si manifestava davanti ai miei occhi, consapevoli di quanto la vita sia un labirinto. Puoi vedere con chiarezza solo i prossimi passi, per il resto ti troverai in vicoli ciechi, muri che ti bloccano la strada, avrai la sensazione di girare a vuoto. L’importante è mantenere viva l’intenzione iniziale e perseverare.

Così facendo, arrivai a conoscere Carlotta. Mi era stato detto che avrebbe potuto guidarmi in ciò che era per me nebbia, sapevo solo di volerne uscire ed avevo consapevolezza del mio copione comportamentale. Ripartivo da me.

Ero pronto ad avviare un lavoro profondo, scendere nelle aree più oscure del mio essere, ritrovarmi e scoprire ciò che mi stava bloccando per rimuoverlo. Ma ignoravo quanto fosse profonda la tana del bianconiglio.

Smontare le mie credenze principali è stato il lavoro più semplice, si trattava di rompere la superficie. Entrare dentro e scoprire le paure profonde è stato al contempo stupefacente quanto duro da accettare.

Un lavoro intenso per riequilibrare la parte energetica, smuovere energie sottili che erano pronte ad evidenziarsi, dare un nome alla paura più profonda e dialogare con il bambino che nel frattempo si era nascosto per paura di soffrire. Morte e rinascita iniziava ad assumere un senso, non era più un concetto letto su un libro, si stava materializzando nella prova più importante.

Durante l’attività con Carlotta, compresi sempre più come ero stato scrittore, autore e regista di ciò che era la mia vita. Tutto iniziava ad assumere un senso, il puzzle si stava smontando e ricomponendo con i pezzi giusti, tutto così chiaro da mettermi una gran paura.

Affrontare i mostri, la prova suprema, la parte finale del ciclo dell’eroe: coraggio e paura si uniscono nella scelta finale. Di passaggi ne avevo fatti molti e visti anche i risultati, ma questo era diverso. L’armatura a difesa delle mie paure era ormai tolta ed ero in balia delle mie fragilità, il pianto si univa alla forza; quando c’è la decisione arriva l’incontro e comprendi che è quello corretto perché ti mette di fronte ad un grande bivio.

Avevo deciso di andare fino in fondo, sapevo essere la scelta corretta e ormai la fiducia in Carlotta era piena. Mi disse di scegliere, avevo due strade: andare avanti ed affrontare la prova finale (sapendo di dover lasciar morire qualcosa di me, per poi rinascere), oppure tornare indietro (sapendo che nulla sarebbe stato come prima perché ormai avevo occhi per vedere). Il mio subconscio iniziava ad urlare tutti i pericoli, le paure su cosa sarebbe potuto accadere, cercava di fare il suo gioco nel tirarmi indietro verso terreni conosciuti. Conoscevo bene quei terreni, somigliavano più a sabbie mobili, dove più volte ero rimasto intrappolato.

Perché manteniamo accuratamente situazioni non ottimali? Perché ne abbiamo un vantaggio!

Piacere e Dolore sono le due leve motivazionali più potenti, ci muoviamo verso il piacere e lontano dal dolore. Pensaci, è più facile andare dal dentista perché proviamo un forte mal di denti che per migliorare il nostro sorriso. E cosa accade se il dolore temporaneamente svanisce? Rimandiamo nella speranza che il problema non ci sia più. Quindi, quando non ci muoviamo per superare un ostacolo o raggiungere un obiettivo, significa che non stiamo ancora provando dolore a sufficienza oppure non è esattamente ciò che vogliamo come piacere (era un falso problema o falso obiettivo). In altre situazioni, c’è un braccio di ferro tra piacere e dolore. Ti muoverai se il piacere di ottenere un risultato è maggiore del dolore provocato dallo sforzo di superare gli ostacoli. Oppure, se il dolore della situazione non ottimale è maggiore del piacere di rimanervi. A questo punto dovresti aver compreso che se dici di star male in una situazione e non agisci per uscirne, significa che quella situazione ti sta creando anche un piacere, che non stai notando, maggiore del dolore di rimanervi. Trova quel piacere ed avrai la possibilità di scegliere con maggiore consapevolezza l’uscita del tuo copione.

La situazione che volevo risolvere, in fin dei conti mi faceva navigare in mari conosciuti e quindi apparentemente controllabili. La parola chiave era controllo, cercavo di controllare tutto. Era una dinamica comportamentale, unita ad un atteggiamento appreso dal business. Allo stesso modo, per uscirne avrei dovuto affrontare la mia paura più grande perdendo così il controllo di quello che sarebbe potuto accadere. Andando avanti, avrei scoperto cosa significa morte e rinascita.

LE 7 LEZIONI DEL CAMBIAMENTO

Ti ho raccontato un piccolo pezzo, per quanto fondamentale, della mia vita. Ti ho suggerito alcuni passaggi chiave ed ora te li riassumo così che tu possa farne tesoro applicandoli come ho fatto io:

  1. Quando qualcosa non torna, fermati ed osserva i tuoi compromessi. 
  2. Gli eventi, anche se avversi, arrivano per rompere il finto equilibrio, non scappare, sfruttali!
  3. Il tuo subconscio tenderà a scappare dalla nuova modalità, per lui nuovo uguale pericolo. È lui che ha paura del futuro, non tu. Dai un nome alle tue paure e trova in anticipo 3 soluzioni risolutive.
  4. Hai un grande potere: sei scrittore, regista ed attore della tua vita. Ricorda che il tuo film è fatto di imprevisti, ma puoi sempre riscrivere il copione.
  5. Prima della decisione, viene l’intenzione. È un desiderio potente e focalizzato che si concretizza in decisione ed azione. Mantieni viva l’intenzione!
  6. Il momento della verità si configura come un bivio: mostra chi sei in quel momento e ti offre l’opportunità di scegliere di tornare ad essere il vero te stesso.
  7. Tieni in vita situazioni non ottimali perché ne hai un vantaggio (spesso inconscio) maggiore del vantaggio di cambiare. Trova quel vantaggio ed avrai la possibilità di scegliere con maggiore consapevolezza l’uscita dal tuo copione.

Come ti ho raccontato, ogni trasformazione implica una morte e rinascita. Non sempre siamo pronti e così torniamo indietro alla ricerca di illusorie sicurezze. Per questo motivo, avere una guida che ha già varcato quella soglia diventa essenziale per superare quelli che vedrai come ostacoli, ma sono parte del cammino.

Non è facile, ma neppure impossibile. Occorre sapere che c’è un percorso da fare con fasi ben definite per andare oltre quel qualcosa non torna, entrando in un nuovo livello di benessere in cui il business è parte della tua vita e non il contrario.