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Maggior Equilibrio

10 RIMPIANTI DA EVITARE PER CHI FA BUSINESS

Siamo così presi dalle attività quotidiane, da dimenticare pezzi importanti della nostra vita che potrebbero trasformarsi in rimpianti se ce ne accorgiamo troppo tardi. Ecco una lista di 10 errori da evitare per non vivere di rimpianti.
1. LA LUNGA LISTA DEI DOVREI
Le pressioni nel mondo del business sono una costante, ma non permettere mai ai “dovrei” di fungere da freno. Lascia andare un po’ di questi dovrei ed impara a vivere la vita nel modo che ti rende più felice. Se ciò significa uscire fuori dagli schemi (altrui), molto bene, fallo, hai una vita sola.
 
2. NON PASSARE DEL TEMPO CON I GENITORI
Ce ne ricordiamo sempre quando è troppo tardi, quindi fallo ora, segnati di passare qualche ora al mese con i tuoi genitori anche per una semplice chiacchierata o un pranzo insieme.
 
3. METTERE IL LAVORO AL PRIMO (E UNICO) POSTO
È un classico, soprattutto maschile. Corri tantissimo per fare carriera, per raggiungere nuovi traguardi, dimenticandoti delle persone che ami. Impara a bilanciare tutte le aree della tua vita.
 
4. PERDERE TEMPO CON PERSONE DEMOTIVANTI
A volte investiamo troppo tempo nel voler convincere alcune persone (che hanno un atteggiamento negativo) nel cambiare idea, sai come va a finire? Che mantengono le loro convinzioni e scaricano le tue. Fai attenzione a chi non ti fa sentire apposto con te stesso e con ogni cosa che fai. Basta investire tempo ed energia nel preoccuparsi di cosa pensano le persone a cui non importa nulla della tua felicità, a chi interessa veramente di te ti accetterà per ciò che sei.
 
5. PENSARE DI ESSER TROPPO VECCHI PER…
Chiedilo ad un sessantenne americano e vedi dove ti manda! Piuttosto, mantieni viva la tua parte bambina, quella che si diverte ad inventare nuovi giochi.
 
Oscar Wilde diceva:
 
“Le uniche cose che non si rimpiangono sono le proprie follie”
6. METTERE TE STESSO ALL’ULTIMO POSTO

Se tu stai bene, farai star bene anche le persone intorno a te. Quando ti metti all’ultimo posto, finisci col trascurarti e peggiorare la tua energia emozionale e, di conseguenza, anche le tue relazioni.

7. TRASCURARE IL PROPRIO CORPO
Corriamo in continuazione senza prenderci cura del mezzo che ci consente di fare tutto ciò che facciamo. Non parlo solamente di sport, quanto di nutrizione, di benessere e tutto quello che contribuisce a farci essere (non solo sentire) in forma. Questa energia ritrovata, genera nuova energia anche nel business.

8. NON RISCHIARE
Essere esageratamente cauti non giova al business e neppure alla tua vita, ricordati di non giocare al ribasso e di puntare sempre al top.

9. NON INVESTIRE IN RENDITE
Chi ha iniziato a investire in rendite, oggi può decidere di andare “in pensione” quando desidera. Rimandare questo punto, equivale ad essere schiavo del lavoro per molti, molti anni.

10. NON VIAGGIARE ABBASTANZA
Viaggiare è uno dei migliori modi per formarsi, entrare in contatto con nuove culture, esplorare, uscire dai propri schemi, apprendere nuove modalità. Non a caso è proprio nei viaggi che nascono le migliori idee di business, ne sa qualcosa Howard Schultz inventore e CEO di Starbukcs che nel 1983 sviluppò, in occasione di un viaggio di piacere a Milano con la sua famiglia, il suo progetto di portare in America l’autenticità della caffetteria italiana.

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PERCHÈ IL 70% MOLLA

Esiste un effetto collaterale della crescita che chiamo “Effetto Spazzataura“.
 
In uno stato di normalità (come all’inizio di una nuova attività), sei come il bicchiere nel centro della foto: c’è una parte visibile quasi limpida ed un residuo fangoso sul fondo che non vedi più da tempo perché ti ci sei abituatoQuel residuo sono le tue idee virus, le tue paure, le tue emozioni bloccate del passato, le tue abitudini.
 
Quando inizi un percorso di crescita serio, è come se versassi dell’acqua di fonte nel bicchiere: il primo effetto è che smuoverai il fango sul fondo e l’intera acqua diventerà sporca come nel bicchiere a sinistra della foto.
 
Il primo motivo per cui le persone mollano è proprio questo “Effetto Spazzatura“: vedono l’acqua sporca e, pensando che stiano peggiorando, si tirano indietro ritornando nello stato illusorio iniziale. Dalle mie parti direbbero “Si stava meglio quando si stava peggio!“.
 
In pratica il 70% vorrebbe avere subito grandi risultati (ecco perché comprano “formazione fast food” che dà questa illusione), e non vuole vedere la realtà che: ogni avvio è faticoso, questo è il prezzo da pagare per un grande premio successivo.
 
Il 70% preferisce vivere nella finzione che quel fango non esiste, ma, purtroppo per loro, prima o poi verrà a galla. Ricordati che “Il saggio agisce per scelta, lo stolto per necessità”.
 
La verità è che se continui il lavoro di crescita, se continui a versare acqua di fonte nel bicchiere, dopo un po’ l’intero fango uscirà dal bicchiere lasciando solamente acqua davvero pulita come nel bicchiere a destra della foto.
 
Sai quando hai quel bellissimo senso di leggerezza?
Sai quando hai una grandissima energia positiva?
Sai quando tutto scorre liscio in un emozionante flusso di eventi?
 
Ecco, questo è ciò che si ottiene dopo aver fatto un profondo lavoro di “pulizia”.
 
Questa è una delle attività più intense che, dopo una prima fase iniziale, facciamo fare ad un nostro cliente imprenditore. Ben due giornate di grande “pulizia” così da ritrovare tutta l’energia emozionale positiva che serve per tornare a concretizzare i suoi sogni.
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IL 37,4% NON ARRIVA AI 5 ANNI

Sono le iniziative imprenditoriali che non sono riuscite a brindare al sesto anno di vita. Una su due chiude dopo 48 mesi.

Le piccole imprese nate nel 2014 sono state 235.985 e di queste, a fine 2018, ne sono rimaste 147.801 (88.184 hanno chiuso, il 37,4%).

Ma attenzione alle facili considerazioni…

I mercati in tempesta hanno fatto solo emergere la preesistente debolezza di alcune aziende italiane, unita all’incapacità della politica nel dare risposte ai problemi degli imprenditori.

Pensare che il problema sia la crisi di mercato o la politica è fatale per la sopravvivenza imprenditoriale, perché puoi controllare solo ciò che dipende direttamente da te.

Le cause principali sono riconducibili a uno o più dei seguenti tre fattori chiave:

1. CONOSCENZA – A scuola non insegnano gestione aziendale e management d’impresa, ma senza la conoscenza giusta è complesso ottenere risultati giusti. La conoscenza è una tua responsabilità diretta.

2. COMPORTAMENTO – Sei l’ultimo a renderti conto dei tuoi atteggiamenti, perché sono l’effetto delle tue idee che non sono visibili. Alcune di esse saranno corrette, altre saranno idee virus che genereranno azioni fallimentari nonostante la conoscenza corretta. Conoscere quali tuoi comportamenti sono produttivi e quali sono distruttivi rispetto ai tuoi obiettivi è una tua responsabilità diretta.

3. CONTROLLO – Saper dirigere l’azienda tramite i numeri, significa anticipare il mercato così come un surfista anticipa l’onda per riuscire a cavalcarla. Avere un cruscotto di controllo aziendale e finanziario è una tua responsabilità diretta.

A questo punto, avrai compreso che far andar bene la tua azienda non dipende dal mercato o dalla politica (anche se potrebbero aiutare), ma è una tua responsabilità diretta!

RESPONSABILITÁ è prima di tutto non lamentarti e chiederti cosa puoi fare tu per far espandere la tua azienda: lavora su Conoscenza, Comportamento, Controllo.

L’azienda è lo specchio dell’imprenditore, non lasciare che accada il contrario!

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GIOCANDO E DIVERTENDOSI SI IMPARA MOLTO DI PIÚ

Emozioni e apprendimento sono strettamente legati in quanto entrambi hanno luogo nella nostra mente.

Apprendere significa acquisire nuove conoscenze o competenze. Per apprendere devi pensare ed i pensieri sono influenzati direttamente dai tuoi vissuti emotivi.

Poiché non si è in grado di vedere direttamente le emozioni provate, il gioco è il mezzo che utilizzo per evidenziarle attraverso il comportamento e renderle, quindi, visibili.

L’emozione agisce da guida nella presa di decisioni che poi si trasformano, più o meno rapidamente, in azioni e comportamenti.

Secondo lo psicologo statunitense Howard Gardner:

Se si vuole che certe conoscenze siano interiorizzate e successivamente usate, necessita immetterle in un contesto capace di suscitare emozioni. Al contrario, le esperienze prive di richiami emozionali saranno scarsamente coinvolgenti e ben presto cadranno nell’oblio, non lasciando dietro di sé nessuna rappresentazione mentale.”

Il collegamento tra emozioni ed apprendimento è ancor più chiaro se si considera che la forza dei ricordi dipende dal grado di attivazione emozionale indotto dall’apprendimento.

Quindi, esperienze vissute con un’intensa partecipazione emotiva, vengono catalogate nella mente come “importanti” e vengono così più facilmente ricordate anche successivamente nel tempo.

Giocare in gruppo, divertirsi, dover risolvere degli imprevisti insieme, farlo su un argomento specifico, trasformare l’esperienza in formazione è l’obiettivo principale dell’apprendimento emozionale.

Giocando e divertendosi, con il supporto di una guida esperta, si apprende molto di più!