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ADRIANO OLIVETTI: L’UOMO CHE VEDEVA IL FUTURO

Ero tra i banchi di scuola, un’atmosfera surreale accompagnava il ticchettio dei tasti della mitica Olivetti Linea 98 nell’ora di dattilografia. Avevo un pezzo di storia tra le mie mani, eppure odiavo stare con i gomiti attaccati al corpo e subire il terrore degli errori di battitura del compito in classe senza poter contare sull’attuale tasto “delete“.

1908 Nasce a Ivrea la “Ing. C. Olivetti & C.” un pezzo di grande imprenditoria italiana che papà Carlo ha saputo costruire e il genio del figlio Adriano ha saputo rivoluzionare. L’insegna, all’entrata dell’officina di 500 mq con 20 dipendenti e una produzione di 20 macchine a settimana, recitava la “Prima fabbrica nazionale di macchine da scrivere“.
Alla fine degli anni ’20 raggiunse una produzione annua di 13.000 macchine, debuttando, a cavallo tra gli anni ’40, anche nel settore delle telescriventi, delle calcolatrici, dei mobili e attrezzature per ufficio. Ma è nel 1933 che il genio di Adriano impresse una nuova cultura che farà dell’azienda un esempio unico nella storia industriale italiana e europea.
Sotto la guida di Adriano, negli anni ’50, la Olivetti registrò una crescita straordinaria, creando modelli che divennero un simbolo dell’Italian style. La Olivetti passò da 200 dipendenti nel 1924 a 800 nel 1933, da 2000 nel 1938 a 4000 nel 1942. Per mantenersi grande e esplorare le frontiere del progresso tecnologico l’impresa assunse anche un respiro internazionale. Gli anni dal 1935 al 1952 significarono una svolta verso una più ampia diversificazione produttiva. Fu l’epoca delle macchine contabili, di quelle da calcolo, delle telescriventi, dei duplicatori (gli antenati delle fotocopiatrici) e dei mobili per ufficio. A cinquant’anni dalla fondazione, la Olivetti arrivò a impiegare oltre 24.000 dipendenti, divenendo leader incontrastata della tecnologia meccanica.
In quegli anni, la ditta compì la prima importante svolta tecnologica investendo con lungimiranza nella tecnologia elettronica. Adriano si rese conto di come fosse necessario investire sul progresso tecnologico e, per questo, sostituì i collaboratori del padre, con le nuove generazioni più pronte a quel radicale cambiamento. Dal 1924 al 1960, anno della scomparsa di Adriano, il valore del capitale investito dalla Olivetti era salito di circa 22 volte in termini reali.
La visione futuristica di Adriano Olivetti si concretizzava attraverso due fattori chiave:
  • attrarre le persone più preparate e pronte a realizzare il cambiamento, garantendo loro maggiori compensi e la libertà di proporre e realizzare le loro idee

  • progettare e realizzare una formazione capace di preparare al futuro, ossia incentrata sulle competenze

Adriano guardava sempre avanti, era un ricercatore nato. Ma non ripudiava il passato, che ben conosceva nelle forme dell’arte e della scienza. Il suo modo di seguire e formare le persone era proiettato in avanti. La Olivetti sapeva sperimentare già allora modelli formativi avanzati che il sistema nazionale non era riuscito ancora a darsi. L’azienda di Ivrea aveva capito più di mezzo secolo fa l’importanza della ricerca e della formazione.
Due sono i concetti fondamentali che ispirarono Adriano Olivetti nella sua visione imprenditoriale:
  1. egli era convinto che, in una società ancora tendenzialmente arretrata, l’azienda svolgesse un ruolo principe nello sviluppo economico e sociale, capace di innovare e creare ricchezza sociale

  2. l’azienda doveva avere come fine fondamentale la propria crescita, cioè lo sviluppo quantitativo e qualitativo dei suoi fattori produttivi (capitale e lavoro). Di conseguenza, Adriano operava affinché l’impresa massimizzasse quello che oggi noi chiamiamo il “valore aggiunto, da tradursi in utili non distribuiti ma destinati ad autofinanziare lo sviluppo dell’impresa, in stipendi e salari di ottimo livello tali e perciò capaci di motivare l’impegno lavorativo, in formazione continua delle risorse umane, in servizi sociali e assistenziali per i lavoratori e, da ultimo, anche in riduzioni di orario a parità di salario complessivo.

La storia di quegli anni in Olivetti dimostrò la possibilità di realizzare un modello che ponesse come reale motore d’impresa la cultura e l’etica, che ne permettesse l’attualizzazione attraverso la formazione e l’esempio incarnato dalla proprietà e dal management, e che cavalcasse l’innovazione tecnologica e organizzativa favorendo al tempo stesso lo sviluppo completo delle persone.
Su queste basi la Olivetti ha prodotto e distribuito utili eccezionali, inventando il concetto di corporate image e un nuovo modo di fare pubblicità, un nuovo design industriale e una nuova architettura industriale e abitativa. Ma anche prodotti innovativi, il primo personal computer al mondo, un nuovo modello di relazioni sindacali, nuovi organismi di gestione aziendale.
Se il “fattore umano” è alla base dell’innovazione e della creatività, e se si riconoscono questi elementi come strutturali per competere sui mercati globali, la Olivetti di quegli anni fornisce idee e modelli per affrontare la sfida.
Adriano Olivetto è l’uomo che vedeva il futuro e ha saputo coniugare progettazione e produzione, management e design, architettura e servizi sociali, formazione e innovazione. Ho voluto raccontare la sua storia, perché è un esempio che ancora oggi può ispirare gli imprenditori nell’intraprendere la strada dell’espansione e dell’innovazione aziendale.
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3 ERRORI MADORNALI CHE AMMAZZANO LA VITA DELL’IMPRENDITORE E BLOCCANO LA CRESCITA

Essere imprenditore è una scelta guidata da una grande passione che porta a mettere “anima e core” in tutto ciò che si fa, l’entusiasmo e la follia guidano i primi passi dell’impresa eroica dell’essere imprenditore, lo stesso entusiasmo con cui si coinvolgono le prime persone che lo aiuteranno.

Tutto bello all’inizio, finché non arrivano i primi grandi problemi: collaboratori che tradiscono la fiducia data, clienti che non mantengono gli accordi presi, disaccordi tra soci che ingessano la crescita, organizzazione che non funziona e crea caos.

Tratta i tuoi collaboratori come vorresti essere trattato tu!

L’imprenditore segue anche questa dritta sentita a un corso sulla leadership, ma le relazioni peggiorano e alcuni collaboratori iniziano a remare contro.

È normale… mantieni il focus sugli obiettivi e vedrai che col tempo le cose si sistemeranno!

L’imprenditore segue il consiglio e così continua a lavorare quando in azienda tutti vanno via, d’altronde è il momento migliore, il più tranquillo.

Quando la sera torna a casa, l’imprenditore evita di parlare con chi ama dei problemi che sta vivendo, ma chi gli è intorno  percepisce il suo malessere e a volte fraintende pensando che ci sia altro. Così qualche litigata inizia a squarciare la tranquillità di casa e la vita sembra diventare un’inferno.

L’imprenditore si sente solo, non compreso, perde la fiducia che aveva verso le persone che avrebbero dovuto aiutarlo, e fa ciò che sa fare molto bene da tempo: combattere da solo!

Circa il 60% degli imprenditori di PMI (Piccole Medie Imprese) si trova in una situazione simile, non sanno che sono problematiche ricorrenti e, soprattutto, non sanno come uscirne.

Il problema non è l’imprenditore, ma ciò che gli hanno fatto credere essere vero. Sulla base di queste idee virus lui ha agito e continuato inconsapevolmente a sbagliare.

Alla base dello scenario sopra descritto ci sono 3 errori madornali che ammazzano la vita dell’imprenditore e bloccano la crescita:

  1. Trattare gli altri come vorresti essere trattato tu
  2. Mantenere un elevato focus sugli obiettivi aziendali
  3. Diventare il miglior collaboratore della propria azienda

Vediamo nel dettaglio perché sono errori madornali, seppur commessi in buona fede.

[Errore 1] Trattare gli altri come vorresti essere trattato tu

Quante persone in azienda e nella sfera personale hanno un carattere uguale al tuo?

Te lo dico io: NESSUNO!!!

Gli altri non sono te, anche se possono avere delle similitudini. Quindi trattarli come vorresti essere trattato tu, potrebbe equivalere a trattarli per come loro non vogliono essere trattati. Comprendi che cavolata ti hanno fatto bere?

Supponiamo tu sia un tipo concreto e determinato, uno da “poche smancerie e vai subito al sodo“. Cosa accadrebbe se trattassi così una persona molto empatica che necessita di relazione prima di andare al sodo? Se va bene, ci rimarrebbe molto male pensando che non ti importa niente di lei.

Ecco, l’idea virus “Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu!” è spesso la causa della maggior parte delle incomprensioni che portano a disaccordi a volte letali.

Sganciati velocemente da questa idea virus e sostituiscila con “Tratta gli altri per come LORO vogliono essere trattati” che presuppone conoscerli meglio, comprendere il loro punto di vista senza necessariamente doverlo condividere, dissolvere in un lampo i disaccordi, gestire una comunicazione realmente efficace, ottenere più risultati dagli altri conoscendo le loro leve di condivisione.

[Errore 2] Mantenere un elevato focus sugli obiettivi aziendali

Un contadino ha quattro alberi da frutto. Ogni giorno va nel campo e si prende cura dei quattro alberi affinché producano i loro frutti. Poi, un albero dei quattro ha qualche problema e lui si concentra maggiormente su di esso. Col tempo, tutto il tuo focus si sposta su quest’albero e inizia a trascurare gli altri tre. Cosa accadrà alla fine?

Più il focus è spostato su un solo albero, più il contadino tenderà a dimenticarsi di curare gli altri tre che finiranno per inaridire.

Allo stesso modo, l’imprenditore ha quattro aree della vita di cui prendersi cura:

  1. Se stesso
  2. La coppia
  3. La famiglia
  4. Il business

La maggior parte dei corsi di formazione per imprenditori (che siano dal vivo, in video o libri) e dei business coach, puntano a creare maggior focus solo sul business e dimenticano l’importanza di creare un efficace e proficuo equilibrio tra vita e lavoro.

Per comprendere meglio questo passaggio, ho creato i quattro quadranti del life management che indicano le situazioni tipo in cui ci si può trovare:

Uno dei primi segnali di disequilibrio è l’agenda dell’imprenditore che, spesso, è solamente business e non contiene degli spazi da dedicare a se stesso, alla coppia o alla famiglia. Io, ad esempio, uso un’agenda a colori (rosso o arancione per il business, blu per me, rosa per la coppia, verde per la famiglia) che mi consente a colpo d’occhio di comprendere se sto trascurando una delle aree della vita.

Essere in equilibrio, infatti, non significa dedicare lo stesso tempo a tutte le aree (cosa difficilissima e non sempre efficace), quanto avere il focus sul coltivare ogni area dedicando il giusto tempo a tutte a seconda delle necessità del momento. Per questo motivo consigli di passare dal gestire il tempo (time management) a gestire la vita (life management).

[Errore 3] Diventare il miglior collaboratore della propria azienda

Se non lo faccio io, non lo fa nessuno” o “Se non ci sono io, l’azienda si ferma” sono due tipiche affermazioni della maggior parte degli imprenditore ed erano anche le mie quando gestivo la mia azienda di imballaggi industriali. Sono anche il sintomo dell’essere diventati il miglior collaboratore della propria azienda, peccato che il tuo ruolo è un’altro.

Alcuni fallimenti nella gestione delle persone, la mancanza di conoscenza su ciò che realmente porta a “ottenere cose fatte (bene) dagli altri“, o seguire le scemenze dette da alcuni business coach che non sono mai stati sul campo, portano l’imprenditore a rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco. Ma se il generale è in trincea, chi si occupa della strategia?

Essere imprenditore:

  • non è lavorare più degli altri sulle operatività, ma coordinare il team per una potente esecuzione del piano strategico
  • non è essere posseduto dall’azienda, ma possederla
  • non è gestire i problemi che altri non risolvono, ma creare persone in grado di risolvere problemi
  • non è correre dietro alle urgenze, ma avere tempo per le cose importanti che creano valore in azienda e crescita
  • non è sentirsi solo, ma avere un gruppo che ha sposato i valori e la meta aziendale e la sostiene per realizzarla

L’imprenditore è il generale, deve creare strategie di espansione e dirigere il proprio esercito attraverso i suoi comandanti di reparto verso una esecuzione eccellente così da assicurarsi la vittoria. Essere troppo operativi sul campo di battaglia, significa perdere la visione di insieme, significa lasciare il timone in mano a nessuno, significa non fare il lavoro di imprenditore ma essere semplicemente il miglior collaboratore della propria azienda. Ma tu, chi vuoi realmente essere: l’imprenditore o il miglior collaboratore?

Conclusioni

Alla fine, l’imprenditore si ritrova in queste situazioni perché ci tiene all’azienda e in buona fede cerca soluzioni per risolvere problemi. A volte, nel farlo, intraprende strade sbagliate (spesso mal suggerito) e commette uno dei tre madornali errori che lo portano a peggiorare la propria vita e bloccare la crescita dell’azienda.

Scegliere bene chi ti aiuta è davvero fondamentale, vale per i collaboratori e vale per chi decidi di seguire per la formazione e la consulenza.

Scegli un professionista che abbia casi pratici di successo ma anche di insuccesso nel suo bagaglio di esperienza, così eviterai di essere tu la cavia. Scegli un business coach che abbia una visione di life management e non solo di focus sul business, altrimenti tenderai a trascurare la vita perché il business è divertente e adori fare impresa per cui ti distrarrai facilmente dal resto. Scegli un’azienda di professionisti così da avere più competenze a disposizione e, quindi, più soluzioni. Scegli chi mixa questi cinque fattori di crescita:

  1. sviluppo di nuova conoscenza (formazione con applicazione pratica)
  2. sviluppo del potenziale personale (comportamento)
  3. controllo oggettivo di come sta andando (statistiche e kpi)
  4. affiancamento nel fare così da passare dalla teoria alla pratica (esperienza)
  5. creazione di una strategia che tenga conto dell’equilibrio vita/lavoro (life management)

Ti invito a seguire i contenuti che pubblico nel gruppo “Imprese in Evoluzione”, il Club di Imprenditori dedicato alla crescita personale e aziendale.

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PERCHÉ QUELLO MENO BRAVO ATTRAE PIÚ CLIENTI DI QUELLO BRAVO?

Immagina di essere nella frescura di un bosco, è ora di pranzo e un leggero languorino accende la tua voglia di qualcosa di buono. Come per magia, senti un profumo nell’aria… qualcuno sta facendo una grigliata!

Ti guardi intorno e scorgi in lontananza il fumo della brace che sta cuocendo qualcosa di appetitoso… così segui la scia e…

…e mangi una discreta grigliata non sapendo che lì, a soli duecento metri, c’è uno dei migliori master barbecue della zona.

Perché quello meno bravo attrae più clienti di quello bravo?

Esistono 3 tipologie di aziende:

  1. aziende fumo
  2. aziende arrosto
  3. aziende barbecue

Le “aziende fumo” sono quelle brave nella comunicazione e nelle vendite, ma scarse nel prodotto/servizio. Ti attirano se non le conosci ma le abbandoni perché l’arrosto (prodotti e servizi) è deludente. Sono costantemente alla ricerca di nuovi clienti. Sono i così detti “venditori di fumo”.

Le “aziende arrosto” hanno un prodotto/servizio eccezionale, ma ciò non basta. Credono che il solo passa parola sia sufficiente, in passato sono cresciuti così ma ora hanno problemi e non si spiegano il perché. Senza “fumo e profumo” in pochi sanno che loro hanno il migliore “arrosto”. Comunicano poco e male, non hanno un sistema di marketing e un modello di vendita efficace, manca la “customer experience”.

Le “aziende barbecue” sono passate dalla fase solo “arrosto” e hanno compreso come comunicare con un mercato targettizzato, come sfruttare il posizionamento, come creare una “customer experience” che consenta di attrarre clienti, far vivere loro un’esperienza di acquisto memorabile, ritornare in comitiva e diventare i primi venditori dell’azienda. Sono complete di fumo e profumo per attirare i clienti, nonché di uno spettacolare arrosto per renderli felici.

Allora, che tipo di azienda è la tua?

Ecco 10 domande bomba per migliorare “fumo, profumo e arrosto”:

  1. chi è il tuo cliente ideale e qual è la sua motivazione d’acquisto?
  2. perché il cliente dovrebbe scegliere te invece che la concorrenza?
  3. quali motivazioni lo portano a cambiare?
  4. quali abitudini hanno i tuoi potenziali clienti e come puoi raggiungerli con successo?
  5. quali sono le caratteristiche della tua “customer experience” affinché il cliente sia felice di spendere i suoi soldi da te?
  6. quale sistema di comunicazione e marketing devi usare per raggiungere il tuo target?
  7. come deve essere posizionata l’azienda sul mercato per essere riconoscibile e unica?
  8. quale processo o metodo di vendita soddisfa il tuo target?
  9. quali processi interni all’azienda (produzione, logistica, amministrazione, back office, ecc.) possono facilitare il processo di acquisto dei clienti e renderli felici?
  10. che business map ed execution devi avere per massimizzare i profitti e avere massimo controllo strategico del business?
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“NON HO TEMPO” È UNA BALLA CHE TI RACCONTI! SAI PERCHÈ?

Quando avvii una nuova attività, quando ti sposi, quando nasce un figlio, non hai la più pallida idea di come il tuo tempo stia per collassare. Passi da una situazione di buona gestione del tempo in cui riesci a fare tutto ciò che vuoi, a una nuova miriade di impegni che assorbono la tua giornata e ciao ciao vita!

La nascita di un qualcosa di nuovo (che sia un business, un amore o il dolce arrivo di un nanetto chiamato bambino) è sempre un momento magico, ma, presi dall’entusiasmo, ci dimentichiamo di riequilibrare la nostra vita. La conseguenza, inizialmente non prevista, è che non riusciremo più a fare ciò che facevamo prima, in particolare sparisce il tempo per te o per la coppia (soprattutto quando il nanetto reclama tutte le attenzioni o il business conquista la totalità della tua agenda settimanale).

Se sei allenato, però, prima o poi riesci a fermati, comprendere ciò che è accaduto e ristabilire un corretto equilibrio tra le varie aree della tua vita. Per riuscirci, devi conoscere alcune cose che ti sto per dire…

PROBLEMA 1

Non ho tempo” è la balla che ti stai raccontando perché hai perso la bussola delle cose che davvero contano per te. La spinta del nuovo ha compresso lo spazio di ciò che già c’era nella tua vita, è normale che accada ma se avviene in modo inconsapevole spinto dalle varie nuove urgenze, allora il casino è dietro l’angolo.

Infatti, quando non dedichi tempo a qualcosa, stai inconsciamente dicendo alla tua mente che quel qualcosa non è poi così importante, perché se lo fosse troveresti il tempo. Ma siamo sicuri che è davvero così?

Io credo proprio di no. Tu sei importante, sono importanti un partner o un figlio che trascuri a causa di un business che oggi controlla la tua agenda, è importante la crescita della tua azienda che abbandoni per gestire problemi relazionali.

SOLUZIONE 1

Quindi, il primo importante passo è riprendere consapevolezza di ciò che per te è davvero importante e dedicargli il giusto spazio. Per riuscirci, ti consiglio vivamente di seguirmi e svolgere questo semplice esercizio:

  1. Prendi un foglio e una penna, fai una lista di tutto ciò che per te è davvero importante in questo momento e merita uno spazio di tempo.
  2. Dai un voto da 1 a 5 a seconda dell’importanza che ogni cosa che hai scritto ha per te.
  3. Metti il tutto in ordine di importanza dal primo (punteggio più alto) all’ultimo (punteggio più basso).
  4. Descrivi una tua giornata tipo in modo ultra dettagliato con un tempo medio per ogni attività. Ad esempio: sonno 8h, bagno 30min, colazione 5min, traffico 1h, e così via.
  5. Ora ordina quanto scritto in base al tempo che occupa, da ciò che assorbe più tempo a ciò che ne assorbe meno.
  6. Adesso confronta la tua lista di importanza con la tua lista di attività in base al tempo.
  7. Quanto tempo stai dedicando alle cose più importanti?

Di fatto, il lavoro assorbe mediamente molto tempo, ma il vero problema da risolvere è che ti sei dimenticato di inserire in agenda pezzi davvero importanti della tua vita e, così, la tua mente ha finito col considerarli non importanti e inconsciamente non gli stai dedicando il tempo che meritano. Riparti da qui.

PROBLEMA 2

Risolto il problema di consapevolezza legato al tempo, sappi che hai un problema di intenzione. Mi spiego meglio: vivi distrattamente ogni momento!

Non solo a volte trascuri alcune cose importanti, ma quando dedichi il giusto spazio sei distratto. Sei con il partner o i figli e leggi i messaggi sullo smartphone, sei in riunione online con un collaboratore e leggi le email mentre lui parla, stai facendo jogging e la tua testa continua a pensare ai problemi di lavoro. Questo non è multitasking, ma multistressing!

Non credo esista il termine multistressing ma l’ho inventato perché rende bene l’idea: quando invece di fare quello che stai facendo fai anche altro, lo stress raddoppia o triplica. Tu credi di recuperare tempo, ma in realtà rallenti o ti perdi dei pezzi e quindi sprecherai tempo successivamente.

SOLUZIONE 2

Devi imparare a vivere intenzionalmente ogni momento. Questa è una cosa semplice e complessa allo stesso tempo, perché ti sei abituato a distrarti alla velocità della luce neanche fossi Superman.

Facciamo un esempio semplice semplice per farti notare come le abitudini sono micidiali nelle loro sfumature creative. Se filmi con il cellulare un momento emozionante per lasciarlo impresso in un video, ti stai perdendo l’emozionalità di vivere intensamente quel momento. Il video di un tramonto è diverso dall’emozione di quel tramonto vissuto intensamente attimo dopo attimo senza altre distrazioni. Eppure, la prima cosa che facciamo è prendere il cellulare e via di video, magari in live su Facebook. Spegni il cellulare e goditi quel cazzo di tramonto! Filma con le tue emozioni, vivendo intenzionalmente ogni momento.

Ritornando al pratico e scusandomi per l’animosità che ho volutamente lasciato per fartela arrivare tutta, ti dico che dedicare il cento per cento della tua attenzione a quello che stai facendo è un atteggiamento che determina il tuo successo in una singola specifica attività e ti fa risparmiare tempo. Più ci metti a fare una cosa, meno tempo ti rimane per le altre. Più sei concentrato su una singola cosa alla volta, meno tempo ogni attività ti richiede.

Per non lasciare che siano parole al vento, applica subito quanto hai letto attraverso questo esercizio:

  1. Fai una lista delle abitudini con cui ti distrai facilmente.
  2. Verifica se hai le notifiche attivate sul tuo smartphone e disattivale. So che hai delle resistenze nel farlo e quindi ti chiedo: sei tu che gestisci Whatsapp o sono le notifiche Whatsapp che gestiscono te? Ecco, disattiva tutto tranne le chiamate.
  3. Confina email, social, chat e varie, a momenti specifici della giornata così da non avere un’attenzione su di essi.

Concludendo

Ogni giorno hai 24 ore che se non spendi per ciò che conta per te, significa che stai sprecando la tua vita dandole poca importanza. Ricordalo quando ti organizzi, ricordalo quando stai per distrarti. Dai maggior valore a te stesso e a ciò che per te ha valore.

Mi auguro che quanto detto finora ti sia stato di aiuto, se è così non essere egoista e condividi questo articolo con altri.

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IL MINDSET DEGLI IMPRENDITORI DI SUCCESSO IN 20 PUNTI

Cosa accomuna gli imprenditori di successo?

Nei miei 22 anni di esperienza business ho avuto modo di seguire (e lo faccio tutt’ora) diversi imprenditori di successo a livello nazionale ed internazionale. Ho passato loro molte tecniche utili per continuare a fare espandere il business con un occhio al miglioramento della qualità di vita personale e di chi lavora in azienda. Al contempo, ho potuto imparare cose che nessun libro o formazione accademica classica potrà mai insegnare.

In questo articolo, voglio trasferirti una sintesi del mindset degli imprenditori di successo affinché possa anche tu trarne ispirazione.

1) I soldi sono l’espressione dell’ammirazione positiva che le persone provano nei tuoi confronti per il grande valore che hai consegnato loro

2) Mantenere ed eccedere la promessa fatta = Clienti che diventano tuoi venditori

3) Una buona idea diventa un grande risultato solo se fatta sposare a persone eccellenti

4) Il tuo Team deve seguire e realizzare una missione che li appassiona, ciò che fanno è più importante del solo profitto aziendale

5) In cosa sei realmente bravo? Lì è nascosto il tuo profitto!

6) La Fiducia è data dalla somma di: Competenza + Relazione + Coerenza

7) Pensa in grande, agisci in piccolo

8) Semplificare significa essere snelli, veloci e con bassi costi fissi, quindi, competitivi

9) La liquidità viene al primo posto, poi l’utile, quindi il fatturato

10) I clienti guardano il prezzo, ma comprano il beneficio (cioè il valore che portano a casa)

11) Puoi trovare mille giustificazioni ed incamminarti verso il fallimento, oppure, sapere che è responsabilità tua e trovare soluzioni per avvicinarti al successo

12) Quando sei fermo e non arrivano risultati, sei solamente arrivato al tuo massimo livello di incompetenza (formati su quell’argomento e continua a crescere)

13) Interessati al tuo cliente e sorprendilo, quando siete insieme, per te, esiste solo lui

14) Il “perché” del tuo business è più importante del “come” o del “cosa”

15) La migliore azione di brand reputation è generare clienti entusiasti

16) Dare più (non parlo di sconto o 3×2) di quello che il cliente si aspetta è la strada per renderlo un fan entusiasta, vale anche per i collaboratori (la tua azienda sarà una calamita per i migliori

17) Un buon leader genera altri leader, non confonde il potere con il dominio

18) Ogni giorno il 65% dei clienti cambia fornitore, non prodotto o servizio. Ricordalo!

19) Il tuo benessere è linfa per il tuo business: cura te stesso, le tue relazioni affettive, il tuo gruppo, le pubbliche relazioni

20) Superata la linea del successo, scoprirai la strada del significato (la tua missione di vita da realizzare attraverso la tua abilità nel business)

L’elenco non è esaustivo, quindi puoi contribuire con nuovi spunti lasciando un tuo commento.

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10 RIMPIANTI DA EVITARE PER CHI FA BUSINESS

Siamo così presi dalle attività quotidiane, da dimenticare pezzi importanti della nostra vita che potrebbero trasformarsi in rimpianti se ce ne accorgiamo troppo tardi. Ecco una lista di 10 errori da evitare per non vivere di rimpianti.
1. LA LUNGA LISTA DEI DOVREI
Le pressioni nel mondo del business sono una costante, ma non permettere mai ai “dovrei” di fungere da freno. Lascia andare un po’ di questi dovrei ed impara a vivere la vita nel modo che ti rende più felice. Se ciò significa uscire fuori dagli schemi (altrui), molto bene, fallo, hai una vita sola.
 
2. NON PASSARE DEL TEMPO CON I GENITORI
Ce ne ricordiamo sempre quando è troppo tardi, quindi fallo ora, segnati di passare qualche ora al mese con i tuoi genitori anche per una semplice chiacchierata o un pranzo insieme.
 
3. METTERE IL LAVORO AL PRIMO (E UNICO) POSTO
È un classico, soprattutto maschile. Corri tantissimo per fare carriera, per raggiungere nuovi traguardi, dimenticandoti delle persone che ami. Impara a bilanciare tutte le aree della tua vita.
 
4. PERDERE TEMPO CON PERSONE DEMOTIVANTI
A volte investiamo troppo tempo nel voler convincere alcune persone (che hanno un atteggiamento negativo) nel cambiare idea, sai come va a finire? Che mantengono le loro convinzioni e scaricano le tue. Fai attenzione a chi non ti fa sentire apposto con te stesso e con ogni cosa che fai. Basta investire tempo ed energia nel preoccuparsi di cosa pensano le persone a cui non importa nulla della tua felicità, a chi interessa veramente di te ti accetterà per ciò che sei.
 
5. PENSARE DI ESSER TROPPO VECCHI PER…
Chiedilo ad un sessantenne americano e vedi dove ti manda! Piuttosto, mantieni viva la tua parte bambina, quella che si diverte ad inventare nuovi giochi.
 
Oscar Wilde diceva:
 
“Le uniche cose che non si rimpiangono sono le proprie follie”
6. METTERE TE STESSO ALL’ULTIMO POSTO

Se tu stai bene, farai star bene anche le persone intorno a te. Quando ti metti all’ultimo posto, finisci col trascurarti e peggiorare la tua energia emozionale e, di conseguenza, anche le tue relazioni.

7. TRASCURARE IL PROPRIO CORPO
Corriamo in continuazione senza prenderci cura del mezzo che ci consente di fare tutto ciò che facciamo. Non parlo solamente di sport, quanto di nutrizione, di benessere e tutto quello che contribuisce a farci essere (non solo sentire) in forma. Questa energia ritrovata, genera nuova energia anche nel business.

8. NON RISCHIARE
Essere esageratamente cauti non giova al business e neppure alla tua vita, ricordati di non giocare al ribasso e di puntare sempre al top.

9. NON INVESTIRE IN RENDITE
Chi ha iniziato a investire in rendite, oggi può decidere di andare “in pensione” quando desidera. Rimandare questo punto, equivale ad essere schiavo del lavoro per molti, molti anni.

10. NON VIAGGIARE ABBASTANZA
Viaggiare è uno dei migliori modi per formarsi, entrare in contatto con nuove culture, esplorare, uscire dai propri schemi, apprendere nuove modalità. Non a caso è proprio nei viaggi che nascono le migliori idee di business, ne sa qualcosa Howard Schultz inventore e CEO di Starbukcs che nel 1983 sviluppò, in occasione di un viaggio di piacere a Milano con la sua famiglia, il suo progetto di portare in America l’autenticità della caffetteria italiana.

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IL SUCCESSO PASSA DALLA TUA CAPACITÁ DI VENDITA

Ieri sera in una veloce riunione direzionale, Mario Benecchi (CEO Evo Imprese) ci dice “Il successo di una persona (imprenditore, professionista o collaboratore) passa dalla sua capacità di vendita. Successo è vendita!“.
 
Ha perfettamente ragione!
La gestione di un cliente, la cura di un paziente, la partenza di un progetto, l’assunzione in un’azienda, la concretizzazione di un’idea… tutto parte da una vendita, senza una vendita restano propositi non realizzati. Te lo voglio dimostrare facendo un esempio estremo.
 
Supponiamo di dover fare una chiamata “a freddo” come consulente per fissare un appuntamento. Si dicono “a freddo” le chiamate fatte potenziali clienti (detti prospect) che proprio non ti conoscono e ignorano la tua esistenza professionale. Sono le chiamate più difficili.
 
Prospect: Pronto?
Tu: Buongiorno, sono Mario Rossi parlo con il signor Michele Verdi?
Pospect: Sì sono io, mi dica?
Tu: Signor Verdi la trovo in un momento buono per parlare?
Prospect: Veramente no, sono abbastanza impegnato ora.
Tu: Ok, la posso richiamare …?
 
RISULTATO: chiamata persa, tempo perso… inoltre, più chiami un cliente a freddo senza riuscire a parlare, più diventi fastidioso.
 
Vediamo come affinando le tue capacità di vendita avresti potuto cambiare il risultato.
 
Prospect: Veramente no, sono abbastanza impegnato ora.
Tu: Comprendo. Va bene se mi dedica solamente 30 secondi per dirle perché ho chiamato e se dopo non fosse interessato potremmo semplicemente riattaccare?
Prospect: Sì, va bene.
Tu: Grazie mille signor Verdi. Sono uno stratega delle vendite che lavora con aziende di medie dimensioni come la sua per creare una strategia efficace per aumentare notevolmente le vendite. In genere i miei clienti si rivolgono a me quando perdono le vendite a causa di concorrenti che abbassano i prezzi, oppure non raggiungono sempre gli obiettivi di vendita, oppure sono frustrati dalla mancanza di risultati dei loro venditori. Qualcuna di queste esigenze riguarda anche la sua azienda?
Prospect: Sì, non sempre raggiungiamo gli obiettivi di vendita ed abbiamo problemi con alcuni venditori.
 
RISULTATO: si è creato un ingaggio con il potenziale cliente che porterà a prendere più informazioni sulla sua esigenza, stimolare l’interesse all’appuntamento, fissare l’appuntamento con un’aspettativa del prospect nel riceverti con piacere e interesse.
 
Infatti, la telefonata non terminerebbe subito con “fissiamo l’appuntamento” perché rischieresti di perdere l’occasione per troppa fretta. Ci sono altri due passaggi da fare prima di chiudere con l’appuntamento preso che servono per creare l’aspettativa positiva, ovvero, il desiderio di riceverti in azienda. Ma non è di questo che ti voglio parlare in questo post.
 
I 3 punti chiave che devi avere per avere successo nelle vendite sono:
 
1. Chiarezza sulla tua REGOLA DI INGAGGIO
 
2. Conoscenza dei 7 PUNTI CHIAVE DELLA VENDITA
 
3. Utilizzo della COMUNICAZIONE EVOCATIVA
 
Ignorare questi tre punti abbassa drasticamente la capacità di vendita e di successo di un’azienda o attività, ora sai su cosa lavorare.
 
Come gruppo Evo, stiamo pensando di creare un laboratorio per l’approfondimento pratico di questi tre punti dove apprendere come applicarli praticamente alla propria attività.
 
Se interessa anche te, scrivimi QUI e ti terremo informato sugli sviluppi e modalità di partecipazione.
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SEI IL MIGLIOR DIPENDENTE DELLA TUA AZIENDA? LA TUA AZIENDA TI POSSIEDE?

Sì, ho scritto proprio “dipendente”!
 
La verità è che alcuni imprenditori lo sono più dei loro stessi collaboratori: sono così attaccati all’attività operativa da esserne posseduti. La loro vita è la loro azienda, un bel guaio… Se l’azienda va male, la loro vita andrà male.
 
Altri imprenditori sono in realtà “liberi professionisti avanzati”. Ovvero, hanno organizzato l’attività dell’azienda con altre persone, ma la stessa dipende ancora dalla loro indispensabile presenza.
 
Molto meglio, perché in questo caso è l’azienda ad essere dipendente dall’imprenditore e non viceversa come nel primo caso.
 
Il problema forte è che l’imprenditore alla fine si convince che queste due situazioni siano la “normalità”. In effetti, in Italia lo è per l’80% dei titolari di PMI (Piccole Medie Imprese).
 
Se si resta intrappolati in questi antichi schemi mentali, che forse appartenevano ai nostri nonni, si cade in una trappola micidiale: è bello sentirsi indispensabili, ma alla lunga sarà l’azienda a possedere te!
 
L’azienda non deve essere lo scopo della tua vita, l’azienda è un mezzo che serve per realizzare uno scopo superiore.
 
Il vero imprenditore, passa attraverso la fase di “autonomo avanzato”, ma poi crea un “sistema” che funziona senza di lui, così da potersi dedicare all’espansione o ad altre aziende, creando un grande valore realizzando uno scopo supremo (che non è solo fare utili).
 
Solo in questo modo l’imprenditore lascia un segno, altrimenti l’azienda nasce, cresce e muore con lui.
 
Quando si perde questa visione dell’azienda e dell’essere imprenditori, si resta intrappolati in una forma di dipendenza e possesso reciproco.
 
Pensa ad un figlio, lo vorresti dipendente da te a vita?
 
Se tu non ci sei, lui non è in grado di vivere. Ti sembra uno scenario responsabile?
 
Insegnate a tuo figlio ad essere indipendente da te è la cosa migliore che puoi fare. Vale anche per la tua azienda!
 
Se sei intrappolato e non sai come evolvere la tua parte imprenditoriale, allora scrivici pure e sarà un piacere aiutarti per renderti veramente libero di “essere” imprenditore.
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3 AZIONI EFFICACI PER NON SPRECARE TEMPO PREZIOSO A RINCORRERE LE URGENZE

Quando non rispetti questi 3 punti, sistematicamente finisci per accartocciarti su urgenze che devastano la tua voglia di fare impresa.

AZIONE 1: ESCI DAL CAMPO DI GIOCO

Quando sei troppo in campo la tua visione è ristretta e pressata dai tempi di gioco del mercato. Impara ad uscire dal campo, perché dagli spalti la visione è più chiara e la strategia sarà più efficace. Creati dei momenti in cui esci dalle operatività per rivedere la strategia dall’esterno.

AZIONE 2: AGISCI COME UN’AQUILA

Disperderti su ogni particolare serve solamente a mandarti in confusione. L’aquila analizza il territorio dall’alto, scorge la preda, quindi stringe il focus e scende in picchiata per prendere il bottino. Allo stesso modo, guarda i macro dati per comprendere dove entrare nello specifico problema e risolvere con la stessa precisione chirurgica dell’aquila. Impara ad essere produttivo, non indaffarato.

AZIONE 3: AUMENTA L’EFFICIENZA ESPRIMENDO IL TEMPO IN ORE VITA

Per non sprecare tempo, devi dargli il giusto valore esprimendolo in “ore di vita”. Quando pianifichi i tuoi impegni, ricorda che stai decidendo come utilizzare le tue ore di vita di quella giornata o settimana. Ragiona in termini di maggior valore e vedrai che la tua efficienza aumenterà insieme ad una maggiore efficacia.

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SMART WORKING È DAVVERO COSÍ INTELLIGENTE? ECCO PERCHÉ HAI MENO TEMPO DI PRIMA!

Dovrebbe essere un “lavoro più intelligente” (questa la traduzione letterale di smart working), eppure non sembra proprio esserlo visto che stai lavorando più di prima, senza pause, essendo reperibile in ogni momento, replicando in peggio a casa lo stesso modello dell’ufficio. Che senso ha avere tuo figlio vicino se poi non hai tempo per lui?

Quindi, sei proprio sicuro che l’uso della tecnologia in questa fase di “arresti domiciliari” sia smart working?

Chiariamolo subito: smart working non è poter fare a casa ciò che fai in ufficio!
L’uso dello smart working ha come peculiarità l’uso intelligente della tecnologia e della delega per guadagnare tempo e produttività, piuttosto che una mera duplicazione dell’ufficio a casa. Certamente il lockdown, che prosegue da oltre un mese, ha forzato la persone a stare a casa e condizionato il significato di smart working che in Italia è di fatto sconosciuto.
 
Lo smart working si basa su due caratteristiche principali:

1. PIANIFICAZIONE PER OBIETTIVI

Essendo a casa, forzati a zero spostamenti, abbiamo l’impressione di avere molto più tempo di prima. Ma, senza una efficace pianificazione delle attività per importanza di obiettivi, finiamo a gestire tutto per urgenza. Così, abbiamo meno tempo di prima. Così diamo spazio a riunioni inutili, ci sovraccarichiamo di attività senza una linea programmatica specifica, sprechiamo una valanga di tempo dimenticando attività importanti solo perché non urgenti.
 

2. DELEGA & AUTONOMIA

Lo smart working che funziona è basato sulla delega e sulla fiducia. Occorre responsabilizzare i collaboratori sugli obiettivi, smettendo di controllare continuamente le persone e dir loro cosa fare. Quindi, smart working per il team si traduce nel saper assegnare obiettivi chiari e verificare che li raggiungano.
 

SMART WORKING SIGNIFICA FLESSIBILITÁ

Uno smart working efficace aggiunge flessibilità organizzativa alle mansioni lavorative, riorganizzandole non per quantità ma per qualità e focalizzazione sugli obiettivi. Consente di guadagnare tempo e costi attraverso l’uso della tecnologia, evitando spostamenti inutili oppure lavorando da un coworking in Indonesia riuscendo ad abbinare lavoro e vita privata, viaggi, tempo per sé, in un mix davvero intelligente.
 
Lo smart working per risultare davvero efficace ed intelligente, passa dalla profonda rimodulazione delle proprie idee di lavoro. Passato questo periodo, dovremmo davvero riconsiderarlo nel modo giusto, ma perché non allenarti sin da subito per esser pronto a cogliere tutti i vantaggi del lavorare smart alla ripresa?
 
Fammi sapere nei commenti se ti piacerebbe scoprire come fare veramente smart working con esempi pratici ed applicabili oggi che portino frutti anche domani per avere più tempo di qualità, magari potrei scrivere un altro post o fare una diretta su Facebook.