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COME AUMENTARE FATTURATO E VENDITE IN TEMPI DI COVID

Probabilmente stiamo vivendo una delle crisi più importanti degli ultimi anni, come imprenditori la domanda ricorrente è: “Come  aumentare il fatturato e le vendite in questo particolare periodo?“.

Il primo punto da osservare con attenzione è che il mercato è cambiato, le abitudini dei clienti sono cambiate, sono nate nuove esigenze, e il modello di business deve adeguarsi a questo cambiamento epocale.

Ogni problema, tuttavia, nasconde anche delle opportunità. Oggi, gli imprenditori e le loro aziende, possono conquistare più facilmente posizioni importanti sul mercato, perché la crisi economica generata dalla pandemia ha messo un po’ tutti sullo stesso punto di ripartenza.

In questo articolo, vedremo quali sono i 3 punti chiave che ogni imprenditore, oggi, deve adottare per cavalcare l’onda del cambiamento.

1. ANALIZZA I TREND

Avere i dati e sapere come analizzarli correttamente, è fondamentale per comprendere come aggiornare il proprio modello di business. Su Google vengono effettuate il 95% delle ricerche ed è, quindi, come uno scrigno del tesoro.

Più che concentrarsi sul problema, occorre trovare le opportunità nascoste e oggi, sul web, sono disponibili una miriade di informazioni.

La maggior parte delle aziende non idea del bacino di utenza potenziale, tanto meno del cambiamento delle ricerche dei potenziali clienti, ancora meno di come intercettare questa domanda e trasformarla in aumento delle vendite e aumento del fatturato.

Oggi abbiamo la possibilità di sapere tutto questo, sapere cosa fanno di diverso i competitor, sapere come far sì che i clienti scelgano te e non loro. Possiamo comprendere come aumentare le vendite dell’e-commerce attraverso l’analisi del comportamento dell’utente nelle varie fasi di acquisto.

Tutti questi dati sono fondamentali per l’elaborazione di una strategia efficace, perché forniscono indicazioni oggettive su cui fondare determinate scelte di posizionamento e differenziazione.

Nelle consulenze strategiche, parto sempre da questo imprenscindibile punto: prima di cambiare qualcosa, analizziamo approfonditamente i trend!

2. CREA UN EFFICACE MANTRA DI INGAGGIO

L’analisi dei trend e dei termini maggiormente ricercati (keyword di settore), offre un ottimo spunto per creare il tuo mantra di ingaggio.

Il mantra di ingaggio è il messaggio potente che colpisce la mente dei potenziali clienti. Il mantra di ingaggio, inoltre, apre lo storytelling del tuo brand che rinforza il messaggio differenziante.

Il mantra è una frase potente che viene ripetuta tante volte nel raccontare la tua azienda e i tuoi prodotti.

Per esempio, nell’azienda del gruppo Evo Imprese che si occupa di consulenza strategica marketing che ho il piacere di guidare, il mantra di ingaggio è: il marketing è vendita! 

La potenza di questo mantra è che è semplice, veloce, efficace, comprensibile e apre a una serie di considerazioni. Dire che “Il marketing è vendita!” implica che tutte le azioni di comunicazione che non portano a vendere, di fatto, non sono marketing vero, quello che funziona.

Lo storytelling che segue a questo mantra è che: molte aziende sprecano tempo e denaro in attività (post sui social, video, siti web belli, e-commerce, ecc.) che poi non portano nuovi clienti o vendite. Il marketing creativo è bello, ma spesso non fa ballare le vendite. Il marketing vero, quello che funziona, parte da un’analisi approfondita dei numeri. Sulla base di questi si elabora la strategia di conversione degli utenti in clienti.

Come hai potuto notare nell’esempio, anche lo storytelling è semplice, veloce, efficace, comprensibile. Se il messaggio è chiaro, non servono tante parole, servono quelle giuste.

Se sei un osservatore attento, avrai notato che all’interno dello storytelling emerge anche un altro mantra: il mantra differenziante.

Se il mantra di ingaggio colpisce l’attenzione del potenziale cliente, il mantra differenziante posiziona la tua azienda e il tuo prodotto nella mente del cliente come qualcosa di differente, unico, desiderabile.

Il mantra differenziante della nostra azienda di marketing è: il marketing che funziona!

Come per il mantra di ingaggio, anche il mantra differenziante apre la mente a delle considerazioni. Prima tra tutte porta il potenziale cliente velocemente a vedere se il suo è un marketing che funziona o no, innesca un dubbio su ciò che oggi sta facendo. Poi accende la curiosità nel comprendere meglio qual è il marketing che funziona, cosa fare per avere un marketing che vende, come passare da una creatività “bella che non balla” a una strategia che parte dai numeri che “fa ballare le vendite“.

Ricapitolando:

  1. Crea il tuo mantra di ingaggio
  2. Crea il tuo mantra differenziante
  3. Crea lo storytelling

3. CREA UNA UNICA, GRANDE, SANA OSSESSIONE

L’imprenditore è un sognatore pratico che ha la testa tra le nuvole e i piedi per terra. Sognare e creare, sono le sue due principali abilità.

È fondamentale tornare a sognare e avere un piano concreto di realizzazione del sogno che possa coinvolgere le migliori persone del tuo team.

Le situazioni di mercato, le sfide imprenditoriali, portano l’imprenditore a diventare un po’ troppo realista e a smettere di creare. Così, perde anche la sua principale carica di energia vitale e si concentra sul risolvere i problemi.

L’essenza del sognatore pratico è che non si lascia sopraffare dai problemi del presente, perché è impegnato a creare il futuro.

Ciò non significa che sottovaluti i problemi, ma semplicemente che è consapevole che sono solo passaggi da superare verso la realizzazione di un grande obiettivo.

Sì, un unico grande obiettivo che sanamente ossessiona la sua mente. È ciò che gli dà l’energia al mattino, è ciò che gli fornisce la grinta per superare gli ostacoli, è ciò che lo entusiasma al di là del presente.

Quindi, il mio invito è: scegli un unico, grande obiettivo che sia per te una sana ed entusiasmante ossessione!

Tutti gli altri obiettivi, saranno secondari, funzionali alla realizzazione della tua sana ossessione. Devi avere qualcosa che ti faccia tornare a battere il cuore, qualcosa per cui valga davvero la pena sbattersi come facciamo noi imprenditori in ogni secondo della giornata, qualcosa che possa essere una grande fonte di energia vitale.

Conclusioni

Ti ringrazio per essere arrivato fino in fondo della lettura di questo articolo, forse non sai che lo fa solo il 10% lettori più attenti e vogliosi di migliorarsi e tu sei tra questi!

Mi auguro che questo articolo ti abbia fornito dei suggerimenti utili per cavalcare l’onda del cambiamento ed essere tra i vincitori di questa crisi mondiale.

Spero ti sia arrivata anche un po’ della mia energia e voglia di vedere sempre più imprenditori tornare a dare il loro contributo di creazione del futuro, tornare a essere dei sognatori pratici.

Se ti fa piacere, condividi questo articolo sui social o ad amici imprenditori su WhatsApp così che più persone possano cogliere questi spunti.

Se vuoi anche un confronto strategico con me e il mio team marketing sullo sviluppo dei tre punti chiave, puoi richiedere una prima consulenza gratuita qui sotto.

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L’AUMENTO DEL FATTURATO NON SIGNIFICA FARE UTILI

La rincorsa all’incremento del fatturato tipica degli inizi degli anni 2000 (e giustificata da margini mediamente alti), ha creato nell’imprenditore una forte distorsione cognitiva: credere che l’aumento del fatturato corrisponda a un aumento degli utili.

C’è da dire che questo pensiero virus è stato ben alimentato dall’assenza di consulenza di circa l’80% dei commercialisti italiani che spesso si limitano a fare contabilità.

Osservare l’andamento mensile del fatturato è abbastanza semplice, qualsiasi attività riesce a farlo. Osservare l’andamento mensile dei profitti lo è meno, ecco perché l’imprenditore rischia di pensare di essere in utile e trovarsi realmente in perdita.

Strategicamente, la tua azienda deve essere improntata sui profitti. Tutto ciò che fai deve avere marginalità e generare soldi che restino nelle tue tasche o che vadano ad alimentare l’espansione del business. Per riuscirci, devi pretendere che il commercialista ti imposti una contabilità industriale e crei un cruscotto aziendale di sintesi che evidenzi i seguenti dati su base mensile:

  • Andamento del fatturato (valore e percentuale di scostamento) di ogni singolo prodotto/servizio del mese in corso rispetto al mese precedente o al budget
  • Andamento dei costi diretti e indiretti (valore e percentuale di scostamento) di ogni singolo prodotto/servizio del mese in corso rispetto al mese precedente o al budget
  • Andamento della marginalità (valore e percentuale di scostamento) di ogni singolo prodotto/servizio del mese in corso rispetto al mese precedente o al budget
  • Peso percentuale di ogni singolo prodotto/servizio sul totale del fatturato
  • Andamento complessivo dell’attività come fatturato, costi e marginalità

Nella mia attività di consulenza strategica volta alla creazione di business ad alte prestazioni, mi ritrovo molto spesso ad interagire con il cliente e il suo commercialista per riuscire ad avere un’impostazione del genere che è fondamentale per comprendere quali passi strategici fare e quali risultati le azioni stanno producendo nel breve periodo.

Il mio lavoro, in questi casi, consiste in due azioni ben specifiche:

  1. Cambiare il mindset dell’imprenditore
  2. Cambiare il mindset del commercialista (se non allineato)

 

CAMBIARE IL MINDSET DELL’IMPRENDITORE

L’abitudine di pensare in termini di incremento di fatturato, va sostituita con l’abitudine di ragionare in termini di profitto. In particolare, il mindset sarà focalizzato su centri di profitto e centri di costo.

Faccio comprendere all’imprenditore il reale significato di tre sue statistiche aziendali:

  • Il fatturato è un indicatore quantitativo che fa comprendere se ci stiamo espandendo o contraendo sul mercato
  • L’utile è un indicatore qualitativo della buone gestione dell’imprenditore
  • La liquidità è un indicatore di sopravvivenza nel tempo dell’azienda

Quindi, la prima cosa da tenere sotto controllo è l’andamento della liquidità. Circa il 90% delle aziende che chiudono, hanno problemi di liquidità. Per calcolare l’indice di sopravvivenza aziendale, occorre rispondere a questa domanda strategica: Se da oggi la tua azienda non incassasse più soldi, per quanto tempo potrebbe sopravvivere? 

La seconda cosa, in termini di priorità, da tenere sotto controllo è l’andamento dei profitti. Che lavori a fare se non produci utile? Le aziende sono tutte a scopo di lucro, altrimenti gestiresti una Onlus. Devi, devi, devi, lavorare per produrre alti profitti. Il rischio nel tempo è ritrovarti con problemi di liquidità, proprio perché non ti accorgi di star lavorando in perdita. Se è questa la realtà, più aumenti il fatturato e più avrai seri problemi di liquidità e di sopravvivenza.

La terza cosa da tenere sotto controllo è il fatturato. Nel mondo del business la stabilità non esiste, è solamente il preludio della discesa. Tuttavia, per motivi strategici, si può anche decidere a breve di avere una stabilità di fatturato o addirittura un calo. È il caso di una ristrutturazione del portafoglio clienti, in cui si eliminano o rivedono gli accordi con tutti quei clienti in cui siamo in perdita. Ma una volta sistemato l’utile e il portafoglio, il fatturato deve crescere… punto!

CAMBIARE IL MINDSET DEL COMMERCIALISTA

Come in molti altri settori, la professione del commercialista sta vivendo una rivoluzione che in pochi ancora vedono. Nei prossimi anni, tantissimi commercialisti vecchio stampo (quelli che fanno da data entry e zero consulenza) spariranno. La fatturazione elettronica non è che il primo segnale di allarme.

Quello che spiego ai commercialisti dei miei clienti, è che l’imprenditore oggi ha bisogno di pianificazione finanziaria e fiscale. La prima è necessaria per impostare e valutare una strategia, la seconda per evitare legalmente di ritrovarsi a novembre col conto corrente gonfio di soldi ed a gennaio in rosso a causa di acconti e tasse varie. Infatti, a fine maggio e fine novembre, l’imprenditore medio è abbastanza incazzato.

Le soluzioni del commercialista zero consulenza sono del tipo: “Compra qualcosa…” oppure “Ma puoi rateizzare…”. Non serve scrivere quale possa essere il pensiero di risposta dell’imprenditore, ti dico solo che inizia con la lettera “V” e non è un complimento.

Il commercialista medio, deve comprendere il suo lavoro è cambiato. Se lui non cambia, verrà sostituito.

Nel mio lavoro, ho l’atteggiamento da socio del mio cliente. È per questo motivo che chiedo subito di vedere i numeri o di parlare col commercialista per averli nel modo corretto, perché sono necessari per impostare una strategia efficace che porti alla creazione di alte prestazioni e non di risultati normali. Il commercialista, dovrebbe avere il mio stesso atteggiamento.

Io mi incavolo come una iena, quando scopro situazioni finanziarie negative di un cliente e mi ritrovo con un commercialista dall’atteggiamento Winnie the Pooh (l’orsetto dolce e carino, ma spesso casinista e inconcludente). Stiamo parlando della vita di un’azienda, dei sacrifici di un imprenditore, del futuro dei suoi collaboratori, ma come si fa a non pensare prima ad aiutarlo nel giusto modo?!?

Per fare un buon lavoro, serve creare una gestione per centrali di profitto e centrali di costo da tenere sotto controllo mensilmente. Poi serve una pianificazione fiscale almeno trimestrale.

Quando sono col mio cliente, questo lo pretendo, altrimenti cambiamo commercialista cercandone uno che sappia fare consulenza oppure che ne abbia realmente voglia. È questo il suo reale lavoro, non inserire dati e dirti quanto devi pagare, cazzo!

Per fortuna, un 20% di commercialisti sa esattamente di cosa sto parlando e un’altra parte si sta svegliando. Infatti, dalla partnership tra CGN (il 1° Caf dei professionisti) ed Evo Imprese (azienda specializzata in consulenza strategica e formazione imprenditoriale) è nata la prima Business School in Italia per commercialisti.

CONCLUSIONI

Scusami se a tratti hai letto qualche parolaccia, ma ho voluto lasciare la sottolineatura della mia emozionalità quando affronto certi argomenti. Credimi, difronte a certe cose mi incavolo veramente perché non tollero che un professionista lasci un cliente nei problemi quando potrebbe aiutarlo.

Detto questo, hai compreso che non puoi prescindere nella gestione della tua attività dall’avere controllo dei numeri. Oggi più che mai sono i punti di partenza per una strategia davvero efficace. Senza, stai guidando la tua azienda come un capitano bendato in mezzo alla tempesta. Non puoi fidarti solo del tuo istinto, devi verificarlo con i numeri e devi imparare a usarli nel modo corretto seguendo questa priorità:

  1. Incremento della Liquidità (che rappresenta la capacità di sopravvivenza dell’azienda)
  2. Incremento degli Utili (che rappresentano la qualità della gestione imprenditoriale)
  3. Aumento del Fatturato (che rappresenta la capacità di espansione della strategia aziendale)

 

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