[STUDIO ODONTOIATRICO] COME COINVOLGERE IL TEAM

Una delle maggiori difficoltà del titolare di uno studio odontoiatrico è gestire collaboratori (interni ed esterni) che non si sentono coinvolte.

Già, perché ci puoi mettere tutto l’impegno che vuoi, tutta la motivazione da “camminata sui carboni ardenti“, ma i risultati che otterrai, se le persone non sono coinvolte, saranno davvero scarsi e frustranti.

Questo aspetto è così importante, che abbiamo dedicato un’intera giornata del Master in Management Odontoiatrico a questo argomento, così da vederne ogni angolo (anche quelli più nascosti) e, soprattutto, dare degli esercizi pratici per risolvere velocemente il problema del coinvolgimento del team.

Perché il coinvolgimento è fondamentale per la produttività

Uno studio, per funzionare come si deve, deve avere persone altamente produttive. La produttività dipende da tre fattori fondamentali:

  1. Comportamento – Le attitudini e gli atteggiamenti che la persona mette in campo in modo razionale e reattivo.
  2. Coinvolgimento – Quanto la persona sente propria la meta dello studio e sceglie di contribuire a realizzarla.
  3. Competenza – Cosa la persona sa fare con successo, sono le sue abilità naturali ed acquisite con l’esperienza.

Se il comportamento lo possiamo comprendere attraverso l’uso di strumenti come l’analisi del potenziale, se la competenza la possiamo verificare con delle prove pratiche, il coinvolgimento lo si può solamente costruire nel tempo. La sfida è accorciare il più possibile questo tempo.


3 Tipi di coinvolgimento

In tanti anni di esperienza con aziende e studi dentistici, ho notato che le persone sviluppano tre principali tipologie di coinvolgimento che sono:

  1. Voglio – Le persone voglio diventano velocemente autonome e hanno una naturale spinta alla crescita. Sono spesso altamente produttive.
  2. Devo – Le persone devo sono sul fare il minimo indispensabile per mantenere il proprio posto di lavoro. Sono produttive nei limiti del loro ruolo, né più né meno.
  3. Non Voglio – Le persone su non voglio fanno un lavoro che non gli piace, nella vita avrebbero voluto fare altro e si sono arrese a un ripiego di necessità. Vivono un contrasto quotidiano tra ciò che fanno e ciò che volevano fare. Questo le porta spesso a avere un atteggiamento più che altro scollaborativo.

Comprenderai che è essenziale individuare chi nel team ha un atteggiamento voglio, chi si comporta da devo, e chi da non voglio. Questo perché ogni tipologia implica un metodo di gestione differente, per portare la persona a essere maggiormente coinvolta o mantenere alto il livello di coinvolgimento.

Sfatiamo un mito nella gestione delle persone

Uno dei classici errori di un titolare è credere che le persone sia felici di ricevere responsabilità e autonomia. Questa è proprio un’idea virus che porta a delusione e frustrazione nella gestione delle persone.

Nell’80 ma anche 90% dei casi, le persone vogliono essere dirette!

I collaboratori vogliono (e necessitano) di una direzione chiara su quali obiettivi raggiungere, una verifica su quali azioni fare per raggiungerli, una verifica della loro organizzazione settimanale e quotidiana, una chiarezza sulle aspettative di chi le dirige, momenti di confronto.

Se dirette nel modo corretto, le persone diventano produttive, comprendono cosa fare, come farlo e quando farlo, quindi iniziano a prendersi la responsabilità del proprio ruolo e diventare autonome a livello operativo, ma non sempre decisionale.

Solamente un 10 o 20% dei collaboratori vogliono sin da subito prendersi delle responsabilità e gestire il più possibile in autonomia il proprio ruolo, dando feedback sui risultati ottenuti.

Questa è la realtà della maggior parte dei gruppi di lavoro. Quindi se la tua idea non è focalizzata sulla direzione, allora stai facendo un grande errore di management.

7 Azioni chiave per il coinvolgimento

Veniamo adesso alle azioni che ho individuato come fondamentali per creare coinvolgimento:

  1. Mete condivise – Occorre che il titolare conosca gli obiettivi dei collaboratori e quest’ultimi quelli dello studio, comprendendo reciprocamente come essi siano in qualche modo connessi l’un l’altro.
  2. Valori condivisi – I valori sono alla base dei comportamenti, quindi è essenziale che si sposino gli stessi valori e che essi guidino le azioni di ogni persona all’interno dello studio.
  3. Regole condivise – Poche, efficaci e fatte applicare. Questo è il mio motto sulle regole che divengono necessarie per dare una direzione a taluni comportamenti che necessita di essere chiariti in forma scritta.
  4. Giusto mix retribuzione tangibile e intangibile – La motivazione arriva quando le persone sono produttive. La produttività va ricompensata attraverso lo stipendio e gli incentivi che, insieme all’ambiente fisico di lavoro, costituiscono la retribuzione tangibile. Ma attenzione a non usare solamente questo aspetto, infatti le persone necessitano anche di retribuzione intangibile, ovvero: apprezzamento per le cose fatte bene, coinvolgimento, interesse verso loro come persone.
  5. Chiarezza su ruolo, obiettivi, azioni, aspettative – Questi aspetti vengono specificati nei mansionari dove si chiarisce anche il perché quel ruolo esiste nello studio. Il mansionario è un momento di grande coinvolgimento e c’è una specifica procedura per far sì che diventi un momento in cui far passare il collaboratore dal devo al voglio.
  6. Riunioni di coordinamento – Sono il momento in cui si condivide un’azione singola che diventa gioco di squadra, ci si confronta e si dissolvono tensioni o disaccordi. L’ideale è farne una a settimana, ma l’alternativa di due al mese va comunque bene se più gestibile.
  7. Formazione personale e professionale – Anche questo punto fa parte della retribuzione intangibile che si trasforma in tangibile per lo studio sotto forma di incremento della produttività e dei numeri. La formazione deve essere continua, non un momento sporadico, ma un appuntamento fisso dove le persone possano trovare grande valore per crescere sia a livello professionale che personale. Purtroppo l’Italia è tra i paesi che investono meno nella formazione dei collaborato, ma questo dato è anche un’opportunità che contraddistingue gli studi che investono nella crescita delle persone.

Conclusioni sul coinvolgimento del team

Spero di averti acceso qualche lampadina e fornito alcune soluzioni utili per migliorare il coinvolgimento dei collaboratori all’interno del tuo studio.

Se mi leggi da un po’ di tempo, avrai anche compreso che non sono per il fai da te e che ritengo che il metodo migliore per crescere sia farsi aiutare da chi sa come fare per velocizzare i risultati e evitare errori che fanno perdere tempo, denaro e a volte anche collaboratori capaci.

Devi sapere che nel Gruppo Evo Imprese, che coordino a livello nazionale, abbiamo dedicato un’azienda proprio al settore odontoiatrico: la Evo Medical ed abbiamo tantissime casistiche che abbiamo risolto con successo di cui ti puoi avvantaggiare.

Se ti stai chiedendo quanto costerà, ti invito a riflettere su quanto ti costerà non farlo o farlo con persone inesperte. Quindi, non esitare a contattarci così da fissare un incontro (dal vivo o online) di approfondimento, la prima consulenza è gratuita e l’offriamo noi così da conoscerci meglio prima di decidere di lavorare insieme.

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